Strade dissestate, pubblica illuminazione inesistente, acqua e fogna a macchia di leopardo. L’unico servizio che funziona bene è quello di raccolta di rifiuti. Su tutto il resto ci sono forti critiche. Il riferimento è a contrada Betlemme, un enorme conglomerato di ville (in parte abusive, in parte in regola con le norme urbanistiche, in parte condonate) che copre una vasta area del litorale a nord del capoluogo.
L’Adoc, in particolare, denuncia la situazione che si crea in via Santi Apostoli angolo via Idra di Cana. «Residenti abbandonati dall’amministrazione comunale che sulla zona dimostra totale disinteresse. Strade dissestate, servizio di igiene urbana non pienamente fornito, pubblica illuminazione inesistente, condizioni di sicurezza non garantite, discariche diffuse sono alcune delle criticità denunciate e subite dai cittadini, specie da coloro i quali ci vivono, risiedono, sia in estate che in inverno e non sono pochi, tra cui anche anziani e disabili».
Il presidente provinciale dell’Adoc Giuseppe Zippo sottolinea soprattutto «la mancanza di servizi, di controllo del territorio, un piano di recupero bloccato da anni in attesa del parere paesaggistico, l’assenza di misure atte a mitigare i disagi», che fanno da cornice ad una situazione non più sostenibile.
E tutto questo accade «nonostante i proprietari attendano da quasi 40 anni la definizione delle pratiche di condono edilizio pagando regolarmente Ici prima, Imu poi e Tari. Intanto delle zone perimetrate, sempre lungo la costa, non vi è traccia nei piani di finanziamento del Cis legato allo sviluppo turistico. Ci chiediamo – continua ancora il presidente dell’associazione – come può esserci sviluppo turistico se non vi è recupero e messa in sicurezza? Già perché il recupero delle zone perimetrate rappresenta non solo un problema urbanistico ma anche e soprattutto ambientale, considerato l’incremento demografico nei mesi estivi, in abitazioni senza adeguato servizio idrico fognario. Zone che se adeguatamente recuperate potrebbero rappresentare quell’idea di albergo diffuso già adottata in altre realtà per sopperire all’assenza di grandi strutture ricettive scongiurando ulteriore consumo di suolo, ma forse pretendiamo troppo.