«È motivo di grande entusiasmo ospitare in Puglia l’Amerigo Vespucci, che ha formato generazioni di marinai italiani. Oggi questo entusiasmo si unisce alla commozione per la sensibilità della Marina Militare nell’accogliere queste giornate dedicate alla disabilità. È un’occasione per ribadire che dobbiamo fare molto di più per organizzare al meglio i servizi per la grande disabilità. In Puglia abbiamo decuplicato i finanziamenti per l’autismo, creando sei nuovi centri, uno per provincia. Ma non basta. Ho rappresentato al Ministro tutti i punti di forza, ma anche le debolezze che dobbiamo superare insieme, in leale collaborazione. Il dialogo è stato il vero segreto di questi anni di lavoro: ciò che abbiamo realizzato è stato progettato con chi ne beneficia».
Emiliano e Locatelli sulla disabilità
Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è intervenuto al panel “Autonomia e vita indipendente: dalla scelta al diritto”, organizzato nell’ambito delle iniziative promosse dal Ministero per le Disabilità in occasione del Tour Mediterraneo della nave Amerigo Vespucci, che ha fatto tappa nel porto di Brindisi. All’incontro, moderato dalla giornalista Maristella Massari, hanno partecipato, tra gli altri, la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, oltre a diverse autorità civili e militari.
Emiliano si è complimentato con la ministra Locatelli per il suo «grande impegno», auspicando che questo diventi «una regola per tutti». Ha poi sollevato interrogativi sull’applicazione di buone pratiche regionali a livello nazionale: «Ad esempio, mi chiedo perché lo screening neonatale adottato in Puglia non viene esteso anche nelle altre regioni? È necessario che queste materie siano oggetto di una maggiore condivisione».
La ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha posto l’accento sull’inclusività, sugli investimenti sulla persona, sulla scuola, sulla Costituzione e sulla necessità di superare i luoghi comuni, partendo dalla riforma sulla disabilità che intende introdurre un nuovo approccio. «Quello a cui mi riferisco – ha spiegato la ministra, dopo gli interventi di due giovani con sindrome di Down che lavorano come pasticcera e cameriere – è il progetto di vita che tiene insieme tutto: dalla parte scolastica al dopo di noi, e a tutti gli aspetti della vita di una persona, anche quelli sanitari». Per la ministra, «perché l’Italia sia veramente inclusiva, è necessario che tutti si rendano conto che se si crede negli altri, se si danno opportunità, se si investe sulle persone, allora per tutti può diventare occasione di crescita e di coesione tra le comunità. Se continuiamo a lasciare indietro qualcuno, non ce la facciamo più, anche economicamente, a sostenere solo il pensiero dell’assistenza e della parte sanitaria».
Durante l’evento sono stati intervistati anche Simona Rapastella, direttore generale di Federunacoma, e Lisa Nitti, marketing communication manager di Borgo Egnazia, che lo scorso anno ha ospitato il G7, portando le loro esperienze e prospettive sui temi trattati.








