Alcuni agenti di polizia penitenziaria, in servizio nel carcere di Brindisi, sarebbero stati aggrediti da un detenuto di origini extracomunitarie, con patologie psichiatriche, che avrebbe anche appiccato il fuoco alla sua cella.
A denunciare l’episodio, avvenuto domenica 7 settembre, è la segreteria pugliese dell’Alleanza sindacale di Polizia penitenziaria (Alsippe) che esprime «profonda indignazione e preoccupazione» per quelli che definisce «gravissimi fatti».
Stando a quanto riferisce il sindacato, tre agenti avrebbero tentato di riportare alla calma il detenuto che stava dando in escandescenza. Per tutta risposta, l’uomo avrebbe aggredito i poliziotti, che hanno dovuto far ricorso alle cure mediche. Nel pomeriggio, poi, lo stesso recluso avrebbe appiccato il fuoco alla sua cella e si sarebbe nuovamente scagliato contro gli agenti della polizia penitenziaria intervenuti, colpendone uno al volto con una lametta e provocandogli una ferita. La prognosi è di dieci giorni.
«Questi episodi non sono più eccezioni, ma sintomi di un sistema penitenziario al collasso», afferma il segretario regionale Puglia dall’Alsippe, Roger Durante. «La gestione dei detenuti affetti da disturbi psichiatrici è lasciata interamente sulle spalle della polizia penitenziaria, carente di una formazione adeguata e un supporto sanitario strutturato. È inaccettabile – conclude – che i poliziotti penitenziari, sempre più soli e in misura esigua, siano esposti quotidianamente a rischi gravissimi, senza alcuna tutela concreta».
Il sindacato chiede l’immediata apertura di un tavolo tecnico con il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il rafforzamento del personale sanitario e psichiatrico all’interno degli istituti, la revisione urgente dei protocolli di gestione dei detenuti con patologie mentali, il riconoscimento dello status di “lavoro usurante” per il personale penitenziario e l’intervento del prefetto per verificare le condizioni di sicurezza nella struttura di Brindisi.
L’Alsippe esprime «la più sentita vicinanza agli agenti coinvolti, in particolare al collega rimasto sfregiato, vittima di un’aggressione brutale mentre compiva il proprio dovere con coraggio e abnegazione».