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Brindisi, dalla Puglia proposte al Governo per il Piano di trasformazione di Eni Versalis

La Regione Puglia ha predisposto un documento che contiene una serie di proposte da rivolgere al Governo affinché sia integrato il protocollo d’intesa per la realizzazione del piano di trasformazione di Eni Versalis, a Brindisi.

Illustrato nel corso di un incontro che si è svolto nel pomeriggio alla presenza dell’assessora regionale alle Crisi industriali Serena Triggiani, del presidente della task force Occupazione Leo Caroli, della direttora del Dipartimento Sviluppo economico Gianna Elisa Berlingerio e dei sindacati, il documento propone per punti le azioni da mettere in campo per difendere pienamente la centralità della chimica nel settore industriale di Eni, per salvaguardare il lavoratori, l’indotto e la filiera.

Il documento, spiega Triggiano, contiene «una serie di proposte al Governo che mettano in sicurezza, prima di tutto, i livelli occupazionali e il futuro produttivo di uno dei più importanti poli industriali a livello nazionale nell’ambito dell’industria chimica di base».

Per l’assessora «resta di assoluta rilevanza la definizione di misure di incentivazione, modernizzazione e decarbonizzazione degli impianti esistenti, oltre a interventi per il reshoring delle produzioni. Ma, in attesa che la proposta del Governo venga approvata in sede europea, come Regione, consapevoli della necessità di procedere con un Piano di trasformazione e diversificazione produttiva della Eni Versalis, crediamo sia necessario adesso evitare la fermata delle attività relative al cracking, così da preservare la continuità di una filiera fondamentale e la concorrenzialità dei prodotti italiani. Una vera transizione dovrebbe avvenire in maniera più graduale, con la pianificazione e la realizzazione di investimenti mirati e poi con la chiusura del cracking. Ciò consentirebbe al tessuto produttivo brindisino di prepararsi al cambiamento – conclude Triggiani -, anche in considerazione del fatto che, da quanto risulta, l’edificazione della nuova fabbrica non richiede la dismissione immediata dei vecchi impianti, dovendo essere realizzata in un’area diversa da quelle dove insiste l’impianto Versalis».

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