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Brindisi, allarme per il futuro del cracking Versalis: c’è lo stato di agitazione

Non accenna a diminuire il polverone sulla situazione della partecipata di Eni, Versalis: la settimana scorsa, infatti, il Cane a sei zampe ha annunciato ufficialmente che chiuderà l’impianto di cracking nella sede brindisina. La Fialc Cisal di Brindisi ha espresso profonda preoccupazione per il futuro dello stabilimento Eni Versalis a seguito dell'annuncio. Il direttivo territoriale…

Non accenna a diminuire il polverone sulla situazione della partecipata di Eni, Versalis: la settimana scorsa, infatti, il Cane a sei zampe ha annunciato ufficialmente che chiuderà l’impianto di cracking nella sede brindisina.

La Fialc Cisal di Brindisi ha espresso profonda preoccupazione per il futuro dello stabilimento Eni Versalis a seguito dell’annuncio. Il direttivo territoriale si è riunito ieri per discutere delle ripercussioni che questa decisione avrebbe sull’occupazione e sull’economia locale.

L’impianto cracking, fino a poco tempo fa considerato un fiore all’occhiello dell’azienda e ora indicato come destinato alla chiusura, occupa numerosi lavoratori, che temono per il proprio futuro occupazionale.

Lo stato di agitazione

Alla luce di questa situazione, la Fialc Cisal ha deciso di proclamare lo stato di agitazione di tutte le maestranze, con immediato blocco degli straordinari. Il sindacato ha inoltre richiesto un urgente incontro con i massimi livelli manageriali di Eni Versalis per chiedere chiarimenti sulla situazione e garanzie per il futuro dei lavoratori.

«Sino a pochi mesi addietro – dichiarano dalla segreteria Cisal – il P1CR, era ritenuto gioiello del Gruppo ENI invidiato nel panorama impiantistico di tutta Europa per le caratteristiche di efficienza tecnologica e di performance. È emersa, pertanto, apprensione da parte dei presenti in considerazione del cambiamento radicale delle attività annunciate, che ad oggi lasciano spazio a una significativa preoccupazione per il futuro, neanche troppo lontano, che tanti dipendenti dovranno affrontare.

Tutti i dirigenti e gli intervenuti hanno condiviso la richiesta della Segreteria nazionale Fialc Cisal con la quale si è chiesto di poter interloquire direttamente con la premier Giorgia Meloni affinché il Governo centrale, direttamente interessato poiché azionista di maggioranza del gruppo, attenzioni la questione e attui ogni intervento utile al consolidamento della chimica italiana».

I consorzi

Anche la Femca Cisl ha espresso diverse criticità, puntando sulla salvaguardia dei livelli occupazionali: «Il Piano di trasformazione -scrivono – che prevede un arco temporale totale della durata di max 5anni ma senza specificare le date precise dei vari step, preannuncia il mantenimento degli attuali livelli occupazionali senza il ricorso ad ammortizzatori sociali e, addirittura, prospetta un aumento delle unità lavorative in corso d’opera.

La Femca ribadisce che il Petrolchimico di Brindisi non è soltanto Versalis ma vi insistono anche aziende come Basell che si approvvigionano direttamente dal craking e che, proprio dalla fermata dell’impianto, potrebbero avere ripercussioni dirette.

Perciò ritiene che vada posta particolare attenzione anche alla situazione dei Consorzi (BSG) che hanno registrato ultimamente importanti novità a livello dirigenziale».

Il tavolo nazionale

«Frattanto – chiude la Femca Cisl – considerata la calendarizzazione del tavolo sulla Chimica il 22 novembre l’Attivo dei quadri e delegati conferma e rilancia lo stato di agitazione, già dichiarato dalle segreterie nazionali e il conseguente blocco dello straordinario e si riserva di intraprendere forme di lotta aggiuntive».

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