Oltre 50 agenti della polizia di Stato hanno effettuato, all’alba, un blitz contro il clan dei cosiddetti “tuturanesi”, frangia della Sacra corona unita attiva in provincia di Brindisi.
I poliziotti, su delega della direzione distrettuale antimafia di Lecce, hanno eseguito un decreto di fermo a carico di quattro storici esponenti della Scu a Tuturano, nel capoluogo messapico e a Napoli.
Tra i fermati ci sono due persone ritenute i boss della frangia dei cosiddetti “tuturanesi”. Le accuse a carico degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione aggravata. A due di loro è contestata anche l’aggravante di aver commesso i reati in regime di semilibertà.
Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, le persone fermate avrebbero imposto a un imprenditore agricolo il pagamento di tremila euro e il versamento di 150 euro mensili per la guardiania e per poter svolgere la propria attività sul territorio controllato dal clan. In caso di rifiuto, gli indagati avrebbero minacciato di danneggiare la vasta piantagione di noci che l’imprenditore aveva realizzato a Tuturano.
Dalle intercettazioni, inoltre, sarebbe emerso che ci sarebbero stati una serie di summit con l’obiettivo di rinvigorire l’azione dello storico clan in vista del pieno ritorno in libertà del capo storico e del suo fedele sodale. Nel corso dei summit sarebbero state discusse non solo le attività illecite già avviate – tra cui estorsioni ai danni di imprenditori – ma sarebbero state pianificate azioni punitive e ritorsive nei confronti di un presunto referente della frangia dei giovani tuturanesi, a cui gli indagati contestavano di non aver mai contribuito al sostentamento in carcere dei vertici dell’organizzazione, di avere rivendicato indebitamente il ruolo di referente della Sacra corona unita per Tuturano, disconoscendo la leadership degli storici vertici e, infine, di essere il mandante dell’incendio ai danni del Domus Café di Tuturano, avvenuto l’8 gennaio 2025.
Gli indagati, inoltre, si sarebbero incontrati anche con una persona ritenuta esponente di un clan contrapposto minacciando di intraprendere un guerra su Tuturano per ristabilire l’egemonia dello storico clan contro le spinte autonomiste delle giovani leve della Sacra corona unita.