Non è la Regione Puglia a rallentare l’iter sulla continuità territoriale aerea per gli aeroporti di Brindisi, Grottaglie e Foggia. Lo ribadisce l’assessora ai Trasporti, Debora Ciliento, che replica con fermezza alle accuse lanciate da Forza Italia e dal ministero delle Infrastrutture. «Ogni fase del procedimento è seguita con attenzione e responsabilità – precisa – ma la palla, oggi, è nelle mani del Ministero». La polemica nasce alla Camera dei deputati, durante un question time in cui i parlamentari Mauro D’Attis e Andrea Caroppo hanno accusato la Regione di «bloccare» l’attuazione del piano, pur disponendo dei cinque milioni di euro stanziati nella legge di bilancio.
Il ministro Matteo Salvini ha rincarato la dose, sostenendo che Bari avrebbe richiesto la Conferenza dei Servizi senza però inviare a Bruxelles la documentazione necessaria: dati di traffico, analisi economiche e studi di impatto. Dietro lo scontro politico si nasconde una questione tecnica tutt’altro che semplice. La continuità territoriale, disciplinata dalla normativa europea, consente di imporre Oneri di Servizio Pubblico (Osp) su alcune rotte, garantendo collegamenti regolari e tariffe calmierate nelle regioni periferiche o svantaggiate. Una misura fondamentale per aree come il Salento e il Gargano, dove i collegamenti aerei diretti restano ancora limitati.
Ma per attivare il meccanismo servono studi accurati e il via libera del Ministero. Proprio da Via Nomentana, lo scorso 13 maggio, è arrivata una richiesta di integrazioni tecniche allo studio predisposto da Aeroporti di Puglia e redatto dall’Istituto Iccsai, incaricato di analizzare costi, domanda e sostenibilità delle rotte. Si tratta – precisa Ciliento – di «approfondimenti analitici e metodologici previsti dalla legge 144 del 1999», un passaggio obbligato prima della valutazione finale. Solo dopo la conclusione dell’istruttoria ministeriale, infatti, potrà essere convocata la Conferenza dei Servizi e avviato formalmente il procedimento per gli Oneri di Servizio Pubblico. Fino a quel momento, la Regione non ha potere di iniziativa autonoma.
«È una competenza del Ministero delle Infrastrutture – spiega l’assessora – che può eventualmente delegare la Regione solo a istruttoria completata». La risposta di Bari, dunque, rimanda le accuse al mittente: nessun immobilismo, ma rispetto rigoroso delle procedure tecniche imposte da Roma e da Bruxelles. Il caso, però, si intreccia inevitabilmente con il clima politico pre-elettorale e con una posta in gioco tutt’altro che marginale: il diritto dei pugliesi a muoversi, volare e connettersi con il resto del Paese senza disuguaglianze.
