Barletta conserva una storia non sempre nota ai visitatori della zona e spesso neanche agli stessi barlettani. Nel cuore del centro storico c’è un monumento che molti passanti osservano e sul quale, da sempre, nessuno ripone attenzione. Se si percorre via Mura San Cataldo – una delle più suggestive strade del borgo antico – lasciandosi alle spalle il castello Svevo, e si volge lo sguardo a sinistra, in prossimità di Porta Marina, si può notare un monumento austero e di notevole imponenza, interamente transennato. È il convento di Sant’Andrea, che attualmente versa in una situazione di degrado e incuria, un pezzo di storia abbandonato a sé stesso. Un monumento simbolo della città che non racconta nulla. Gli unici ad attribuirgli dignità ed autorevolezza sono gli anziani che tramandano un racconto neppure troppo preciso. Non tutti i barlettani sanno che, nei pressi della zona più frequentata dalla movida estiva, è ubicato un edificio che nei secoli ha conosciuto innumerevoli trasformazioni, esercitando le disparate funzioni di convento, carcere, caserma e ospedale. Nemmeno gli storici locali sono stati in grado di datare la sua fondazione – c’è chi dice nel 1558, mentre altri ne spostano la data di un ventennio, quando ospitava l’Ordine dei Minori Osservanti.
Il decreto reale del 1810 vide la concessione al Municipio di Barletta del luogo, non subitamente utilizzato in quanto fu subito occupato dalle truppe francesi e successivamente dalle truppe dell’esercito regio. Dopo ben quarant’anni, il Comune, proprietario dell’edificio, decise di utilizzarlo adibendolo a sede del carcere anche per rispondere all’esigenza che ci fosse questo tipo di struttura in città. Dopo circa un anno di attività, il carcere smise le sue funzioni ed ancora oggi la struttura risulta abbandonata ed impraticabile per questioni di sicurezza. I residenti della zona temono che possa crollare su sé stesso prima o poi, poiché dai balconi delle case si notano degli alberi che fuoriescono dal tetto dello stabile, ormai usurato. Un luogo che negli avvicendamenti storici ha conosciuto fasi alterne di attività, un vero e proprio pezzo di storia che meriterebbe perlomeno di essere restituito ai barlettani, magari in qualità di museo o luogo di ricordo. Diverse le lamentele e le denunce dei cittadini che si sono susseguite nel corso degli anni, in quanto il volto notturno di Barletta mostra al mattino il proprio lascito con bottiglie, lattine e altro genere di rifiuti sparsi in ogni dove all’interno della recinzione ormai divelta. Da qualche tempo anche coperte ammassate: il timore è che possa divenire luogo di ricovero per senzatetto. Una serie di azioni di bonifica e rivalutazione e soprattutto un profondo senso civico basterebbero per restituire la notorietà che merita al convento di Sant’Andrea.










