Sono complessivamente 87 le imprese coinvolte in una maxi frode da oltre 45 milioni di euro ai danni dello Stato scoperta dai finanzieri del comando provinciale di Barletta-Andria-Trani che hanno sequestrato 37 aziende “cartiera”, il cui unico scopo, cioè, sarebbe stato quello di assicurare un «indebito vantaggio d’imposta ad altre imprese attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti», scrive la Guardia di finanza in una nota.
È stato, inoltre, eseguito un sequestro preventivo di circa sei milioni di euro a 50 società che avrebbero beneficiato della frode nel 2024.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Le indagini nascono a seguito di un controllo fiscale nei confronti di una società di capitali di Trani, attiva nel settore degli empori e dei negozi non specializzati di prodotti non alimentari, durante il quale sarebbe emersa l’assenza di documentazione comprovante i rapporti commerciali con alcuni fornitori. Circostanza che, insieme «all’esistenza di gravi violazioni tributarie in capo ai predetti fornitori», hanno portato le Fiamme gialle a sospendere il controllo fiscale e comunicare tempestivamente alla Procura della Repubblica di Trani una notizia di reato.
A seguito degli accertamenti condotti dai finanzieri della sesta provincia pugliese, è stato poi possibile individuare 37 società “cartiera” in tutta Italia e in prevalenza rappresentate legalmente da persone di origine asiatica. Queste imprese avrebbero emesso, solo nel biennio 2024-2025, circa 220 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti, per un’imposta corrispondente di oltre 45 milioni di euro.
A conclusione delle indagini sono state denunciate complessivamente 82 persone, accusate di emissione di fatture false per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
È stata, infine, chiesta all’Agenzia delle entrate la sospensione delle compensazioni delle imposte con crediti Iva indebitamente generati in capo alle 50 società beneficiarie per un importo complessivo di oltre 1,6 milioni di euro.










