Il Ministero della Difesa è stato condannato a risarcire con 400mila euro la vedova di un radiotelegrafista pugliese, riconosciuto vittima del dovere a causa di un mesotelioma pleurico contratto per l’esposizione all’amianto durante il servizio nella Marina Militare. La sentenza definitiva è stata emessa dal tribunale di Trani, come reso noto dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona).
Il militare, deceduto il 10 febbraio 2020, aveva prestato servizio a bordo delle navi Albatros e Corvetta Alcione tra il 1962 e il 1964. Secondo quanto accertato, in quel periodo subì una prolungata esposizione all’amianto presente nei locali motori, nei corridoi, nei rivestimenti delle condotte di scarico e persino negli ambienti di vita quotidiana dell’equipaggio, senza essere mai dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale.
Il Tribunale di Trani ha riconosciuto il nesso causale tra la malattia e l’esposizione a bordo, disponendo l’erogazione dei benefici di legge alla vedova. Questi includono una speciale elargizione di circa 300.000 euro, ratei arretrati per circa 100.000 euro e un vitalizio mensile di circa 2.400 euro.
Ezio Bonanni, legale della famiglia della vittima e presidente dell’Ona, ha commentato: «A quasi cinque anni dalla sua morte, il militare ha ottenuto giustizia. Con la sentenza definitiva, possiamo procedere con ulteriori azioni per il risarcimento integrale dei danni. Il nostro impegno prosegue a tutela di tutte le vittime dell’amianto e delle vittime del dovere».
