Trani città più ricca della Bat. Questa è la fotografia che emerge dalle statistiche elaborate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze considerando le dichiarazioni fiscali sui redditi 2020. Con 16.776 euro, la città lascia dietro tutte le altre: Barletta con un reddito medio di 15.347 euro, Bisceglie di 15.245 euro e Andria 13.846 euro.
Nonostante il buon risultato di Trani, emerge ancora una grande disparità tra le città del Nord e quelle del Sud Italia, segnale di quanto ancora le città del meridione debbano fare per colmare questo gap, da sempre esistito. Ad esempio, con un reddito di 44.684 euro pro capite, Basiglio (MI) occupa il primo posto nella top ten 2020 dei comuni più ricchi d’Italia. Per i capoluoghi, invece, si conferma il più ricco il triangolo Milano-Bergamo-Monza.
Alcuni degli imprenditori e figure emergenti di Trani hanno commentato questi dati: dalle loro parole sono emerse diverse e importanti riflessioni utili per capire il futuro della città e dell’intero territorio.
Giovanni Pomarico, cavaliere del lavoro e presidente del Gruppo Megamark, sostiene che «ogni singola famiglia determina lo stile di consumo. Sia a Trani ma anche nelle altre città abbiamo sempre sviluppato una nostra offerta coerente per la massima qualità a un prezzo accessibile per tutti. Per questo ogni famiglia determina il proprio stile di consumo. Purtroppo da sempre esiste una differenza tra Nord e Sud: a tal proposito bisogna avere coraggio a livello imprenditoriale e sostenere le caparbietà dei giovani perché ci sono tanti talenti che vanno al nord o all’estero. Dobbiamo essere ambasciatori di storia e di cultura perché in Puglia abbiamo un grande patrimonio. Penso, inoltre, che le Università debbano scendere in campo per valorizzare le nostre eccellenze: la laurea deve essere un punto di partenza e non di arrivo. E non bisogna parlare delle singole città, ma a livello di Puglia e di Mezzogiorno».
«Dopo questa notizia c’è una bella euforia in città, Trani è uno dei centri più importanti ed è sicuramente ben vista anche fuori – commenta Felice Sgarra, chef del ristorante stellato Casa Sgarra -. In realtà, nella nostra attività c’è gente che viene a trovarci ormai da anni. Sicuramente dobbiamo dare merito al sindaco Amedeo Bottaro che sta facendo bene perché stanno ritornando in auge diverse zone. I nostri clienti, però, non sono soltanto di Trani ed è normale se parliamo di un ristorante con stella Michelin». Nonostante questo bel risultato per Trani, come detto, resta sempre purtroppo evidente il divario tra Nord e Sud: «Milano ha una realtà che non possiamo neanche immaginare, ma ad esempio Trani con il suo tribunale accoglie avvocati e magistrati. Di certo si può migliorare con professionalità e lavorando sempre al meglio. L’ideologia è quella vincente: Trani ha perseverato nel bello, c’è ancora da migliorare, ma il tempo darà i suoi frutti».
Antonio De Feudis, Chief Financial Officer di Alegra Group, gruppo di imprenditori che gestisce la struttura con ristorante, spa, club hotel e rooftop denominata Ognissanti, sul porto di Trani, sostiene che «questo dato per la città è molto importante. Anche se parliamo spesso della città come turistica non riusciamo ancora a destagionalizzare i flussi ed è per questo che la maggior parte dei ricavi sono legati al territorio: ecco perché, non lavorando al 100% con i turisti, la notizia di Trani con reddito pro capite più alto della Bat è certamente importante. Ritengo che il divario tra Nord e Sud sia innanzitutto culturale. Dobbiamo impegnarci tutti perché il nostro non è un territorio povero».
A commentare la notizia di Trani con i redditi pro capite più alti della sesta provincia è intervenuta anche Marina Lalli, au delle Terme di Margherita di Savoia e presidente di Federturismo Confindustria: «Il reddito alto di una determinata città, se analizzato in ambito turistico, può avere un rilievo nell’outgoing più che nell’incoming, quindi la circostanza sembrerebbe scollegata dalla performance turistica di quella specifica città. Tuttavia, a ben guardare, una città ricca, con persone che sono ben disposte a spendere, è anche piena di locali, ristoranti di livello, negozi, ovvero tutti elementi fortemente attrattivi anche per il turista. Quindi alla fine le due cose vanno di pari passo. Il giusto completamento è l’attività culturale su cui Trani potrebbe fare qualche sforzo in più. La differenza tra Nord e Sud – sostiene – è un problema dal quale non riusciamo ancora ad affrancarci e temo che andrà sempre più acuendosi perchè i nostri giovani ad alta formazione lasciano costantemente il nostro territorio per trasferirsi al Nord se non addirittura all’estero. Quindi i maggiori redditi continuano a concentrarsi al Nord: per invertire questa rotta bisognerebbe, per esempio, fare seri investimenti per mantenere qui aziende importanti e farne trasferire di nuove».
Tra le aziende made in Trani più importanti su scala regionale, nazionale ed estera c’è senza dubbio la boutique di moda Nugnes 1920, il cui amministratore unico Beppe Nugnes dice: «Ritengo che questo risultato sia determinato dal fatto che Trani molto spesso venga scelta come meta di residenza per imprenditori e operatori della provincia Bat che potrebbero lavorare in altre città, ma poi scelgono la nostra per il suo life style, per la qualità della vita, per i ristoranti di livello e così via. Per questo dove si concentrano le persone con maggiori possibilità economiche, anche il settore della moda potrebbe avvantaggiarsi perché tutto è conseguenza del vivere bene. Ritengo, infatti, che la gente sia portata a spendere di più dove trova più comfort: se c’è un’offerta qualitativa maggiore è sicuramente più facile. Il gap tra Nord e Sud purtroppo esiste ancora ed è rilevante, ma credo ci siano anche da noi le opportunità per una maggiore crescita e per lo sviluppo dell’accoglienza, dell’industria e del turismo».
Lorenzo Russo, titolare del concessionario Velar, spiega come funziona il mercato delle auto in città che, a suo dire, non rispecchia perfettamente la classifica dei redditi: «Sinceramente credo che la vendita delle vetture non risenta dei maggiori redditi pro capite nel senso che i tranesi non sono tra i miei clienti che spendono di più. Al contrario il numero maggiore delle persone arriva dai comuni limitrofi. Il tranese medio acquista più utilitarie, mentre le auto di livello superiore sono scelte da clienti di altre città». Dalle parole degli imprenditori intervistati emergono chiaramente due aspetti non trascurabili. Trani, co-capoluogo e città più ricca della provincia, di fatto ha delle possibilità di crescita evidenti in diversi settori, ma certamente c’è ancora tanto da fare, in città ma nell’intero territorio, per diventare pienamente competitivi.