Nel giorno simbolo della lotta alla violenza sulle donne, le istituzioni della sesta provincia pugliese fanno quadrato attorno alle vittime più fragili e silenziose di questa strage: i bambini. Sono i cosiddetti “orfani speciali”, figli che in un solo, tragico istante perdono entrambi i genitori: la madre, uccisa, e il padre, autore del delitto e destinato al carcere.
Per tutelare loro, la Procura di Trani, la Asl Bat e i Servizi sociali dei comuni della provincia hanno siglato oggi un protocollo operativo in undici articoli. Un patto di ferro per garantire una presa in carico rapida e coordinata di chi resta solo.
Il trauma della doppia perdita
«Il protocollo interviene per disciplinare una fase estremamente critica», spiega il capo della Procura di Trani, Renato Nitti. La logica del documento è colmare il vuoto che si crea subito dopo il crimine: «Il minore perde sia la madre che il padre, se è l’autore del crimine. Perde immediatamente e contemporaneamente i genitori. Saper gestire quel momento, che segnerà con un trauma il minore per tutta la vita, diventa un’urgenza indifferibile».
Le nuove procedure condivise mirano a evitare rimpalli di responsabilità o ritardi burocratici: quando scatta l’allarme, la rete di protezione – sanitaria, giudiziaria e sociale – deve attivarsi all’unisono per proteggere il minore.
Ma l’impegno della Procura non si ferma alla gestione dell’emergenza. Nitti ha introdotto un concetto chiave per il futuro: la prevenzione basata sull’analisi, la cosiddetta domestic homicide review. «Quando si verifica un caso che magari è stato preceduto da segnali di degenerazione – chiarisce il Procuratore – cerchiamo di capire perché è successo, dove avremmo potuto far meglio e come fare in modo che non succeda più».
Il messaggio che parte da Trani in questo 25 novembre è che nessuna istituzione può vincere questa battaglia da sola. «Il dato di fondo è la rete – conclude Nitti –. Si deve necessariamente dialogare con tutti, dai centri antiviolenza alle Istituzioni». Solo unendo le forze si può sperare di fermare la mano violenta prima che colpisca, o di raccogliere chi resta quando ormai è troppo tardi.