Natale sempre più povero per oltre settecento famiglie ad Andria

Un momento di difficoltà che diventa strutturale e ancora più pesante nei giorni delle festività: si potrebbe definire così la realtà di molte famiglie andriesi che hanno visto diminuire o azzerarsi il proprio reddito tanto da dover ricorrere all’aiuto delle Caritas parrocchiali. Numeri cresciuti a dismisura, soprattutto dopo la mazzata, in ambito lavorativo, del Covid: a rivolgersi ai centri territoriali in alcuni casi c’è il triplo delle famiglie del 2019.

Don Mimmo Francavilla, responsabile della Caritas della Diocesi di Andria, Canosa e Minervino, enuncia i dati per la città federiciana: «Ad oggi i dati che si riferiscono al 2023 sono 709 i nuclei familiari assistiti durante l’anno per un numero di assistiti di poco superiore alle 2.500 persone presso il Centro diocesano, due centri interparrocchiali e 8 centri parrocchiali, 13.469 sono gli interventi che si sono effettuati durante quest’anno per la sola città di Andria.

A livello di nazionalità, 635 sono i nuclei di italiani assistiti, mentre solo 33 sono i nuclei di stranieri; ancora, 147 sono i nuclei familiari che percepiscono il reddito di Cittadinanza e che dal 1° gennaio ne resteranno privi». Numeri alti, come nella parrocchia di Santa Maria Vetere: a oggi sono circa 45 i nuclei familiari che ogni 15 giorni, ma a volte anche con più frequenza, ritirano i pacchi dei viveri di prima necessità, dalla pasta al latte, dalla salsa ai biscotti per i neonati, oltre a vestiti, scarpe, a volte anche giochi donati dai parrocchiani e controllati dai volontari. Nella stessa parrocchia, subito prima della pandemia, erano solo 15 le famiglie bisognose: è evidente quanto sia aumentata la richiesta, supportata per fortuna non solo dalla Diocesi con gli aiuti che arrivano perfino dall’Unione europea, ma anche e soprattutto dal cuore di tanti imprenditori, artigiani, cittadini che decidono di destinare alle Caritas soldi per acquistare ciò che serve o di donare i loro prodotti.

Ci sono famiglie in cui i figli adulti, disoccupati, sono tornati a vivere con i genitori perché non possono più permettersi di pagare un affitto o un mutuo, anche con bimbi piccoli a carico: in questo caso, come raccontano i volontari di Santa Maria Vetere, arrivano richieste perfino di carta igienica, sapone e altri generi di prima necessità che a molti sembrano “banali” ma il cui acquisto incide e non poco sul bilancio di chi ha un solo stipendio per mantenere numerose persone. Le statistiche parlano di ben 7 famiglie, in questa parrocchia, composte da più di 5 persone, in cui a lavorare, spesso saltuariamente, è solo un membro.

E allora domenica scorsa queste famiglie hanno ricevuto un dono più “ricco”: un cesto coi tradizionali prodotti natalizi, perché anche loro hanno il diritto di festeggiare, pur se in misura più discreta, con panettone e qualche dolce nei giorni più “buoni” dell’anno. «Ci sostengono in tanti – raccontano i volontari della parrocchia – ma ci rendiamo conto di quanto possa essere difficile per chi è in difficoltà ammettere di aver bisogno perfino di pasta e latte: c’è tanta povertà in giro, più di quanta normalmente ne venga percepita. È bello ed esemplare che i nostri frati si siano auto tassati e versano una quota mensile in favore della Caritas: ma oltre ai beni materiali, noi cerchiamo di sostenere con la vicinanza umana coloro che si avvicinano al nostro sportello e anche una parola di amicizia può fare la differenza».

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