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Minox, sì alla gestione in fitto ma urge la cassa integrazione

La curatela fallimentare ha accolto la proposta del fitto del ramo d’azienda della Minox di Minervino Murge, in cui, fino a poco più di un mese fa, si producevano contenitori per alimenti, ma poi una procedura fallimentare per lo stabilimento calabrese di Lamezia Terme, ha determinato la sospensione delle attività e l’annuncio del licenziamento per…
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La curatela fallimentare ha accolto la proposta del fitto del ramo d’azienda della Minox di Minervino Murge, in cui, fino a poco più di un mese fa, si producevano contenitori per alimenti, ma poi una procedura fallimentare per lo stabilimento calabrese di Lamezia Terme, ha determinato la sospensione delle attività e l’annuncio del licenziamento per i 35 lavoratori, gettando in un incubo quelle persone che, dall’oggi al domani e con i magazzini della fabbrica pieni e gli ordini in giacenza, si sono ritrovati senza lavoro e senza prospettive. Tranne una: la speranza, appunto, del fitto del ramo di azienda.

L’annuncio

A riferire dell’accoglimento di tale proposta è stato ieri il segretario regionale del PD Puglia, Domenico De Santis. «Si tratta di una notizia attesa da tempo, che consente di avviare una soluzione concreta per salvaguardare posti di lavoro e tessuto produttivo locale», dice. E aggiunge: «secondo gli accordi ufficiali, la procedura di fitto d’azienda si concluderà il giorno 12 agosto, dopodiché è previsto che la ripresa delle attività inizi il giorno 18, con il reintegro progressivo dei lavoratori presso lo stabilimento pugliese».
De Santis ringrazia il presidente della task force regionale per l’occupazione Leo Caroli, che ha aperto il tavolo di crisi per seguire la vertenza, e le assessore regionali Debora Ciliento e Serena Triggiani per la loro vicinanza ai lavoratori.

Più cauti i sindacati

Appaiono però più cauti e pragmatici i rappresentanti sindacali di Fiom Cgil, Pietro Laboragine, e Fim Cisl, Massimo Tomasicchio che chiedono alla politica «alla politica di affiancarli nelle battaglie per la difesa dei diritti dei lavoratori ma, dicono, «non si sostituisca a noi e al nostro ruolo di rappresentanza». Ieri Laboragine e Tomasicchio sono tornati a Minervino per incontrare i lavoratori, da un mese in presidio permanente fuori dai cancelli della Minox. In attesa dell’evolversi della vicenda del fitto di un ramo d’azienda o di notizie su eventuali acquirenti, organizzazioni sindacali e operai, ormai allo stremo, puntano intanto agli ammortizzatori sociali: l’attivazione della cassa integrazione straordinaria. Loro, che lo stipendio di giugno non l’hanno ricevuto, vivono in un limbo. La stessa azienda, in occasione della riunione in task force a Bari si è impegnata, entro sette giorni, dunque entro lunedì, a presentare istanza per la concessione della cassa integrazione straordinaria, utile ad assicurare reddito e contributi ai lavoratori.

L’appello

«Il nostro auspicio è che le intese raggiunte nella task force Occupazione Sepac possano al più presto passare dalla carta alla realtà, perché questi lavoratori sono stanchi di attendere e ogni giorno che passa è un giorno in più senza stipendio e di difficoltà nel far fronte alle spese quotidiane, soprattutto per le famiglie monoreddito. Chiediamo che la provincia Bat ci convochi al più presto per sottoscrivere il verbale di attivazione dell’ammortizzatore sociale indispensabile fino alla concretizzazione di altre soluzioni.

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