Dell’Africa si dice e si scrive poco: un continente “pieno”, di vita, di storia e di storie. E colpisce sempre la frase in bocca a qualcuno “Aiutateli alle case loro”. Effettivamente, è ciò che fa quotidianamente e in silenzio un’associazione con base ad Andria, “Insieme per l’Africa”, che a breve inaugurerà in Etiopia l’ultima di una lunga serie di scuole come culmine di un processo benefico che ha appena “compiuto” 20 anni, dal 2004 su iniziativa di Emanuele Mastropasqua e della moglie Nina Miracapillo.
L’opportunità
Il volontariato in Africa rappresenta un’opportunità unica per contribuire attivamente allo sviluppo delle comunità locali e costruire un futuro migliore per le nuove generazioni. Attraverso azioni concrete, è possibile fare la differenza nella vita di migliaia di persone, offrendo loro istruzione, opportunità di crescita e un aiuto per superare le difficoltà. Nel cuore dell’Etiopia, nella regione di Zway, un importante progetto sta per giungere al termine: la costruzione di una scuola media nel villaggio di Dida. Sostenuta dall’associazione Insieme per l’Africa, questa iniziativa ambiziosa mira a offrire istruzione a oltre 350 ragazzi della comunità locale, aprendo loro le porte verso un futuro di opportunità e crescita. I lavori, iniziati nell’estate del 2023, hanno subito alcuni ritardi a causa di disordini tra tribù locali, che hanno rallentato il processo di edificazione. Nonostante le difficoltà incontrate lungo il percorso, la scuola è ormai prossima all’ultimazione, rappresentando un traguardo significativo per l’intera regione africana.
Istruzione e sviluppo
La costruzione della scuola media di Dida si inserisce in un contesto di sviluppo scolastico già avviato negli anni passati, grazie all’impegno dell’associazione Insieme per l’Africa, che ha promosso la realizzazione di una scuola materna ed elementare nel villaggio. Questo nuovo passo rafforza ulteriormente l’offerta educativa a Dida, consentendo a un numero crescente di giovani di accedere a un’istruzione di qualità: una delegazione si recherà in Etiopia tra il 2 e il 9 marzo per inaugurare l’ultimo edificio del polo scolastico.
L’impegno dell’associazione Insieme per l’Africa e di tutti coloro che hanno contribuito a questo progetto rappresenta un esempio concreto di come il volontariato possa fare la differenza nella vita delle persone e contribuire allo sviluppo di intere comunità. La scuola media di Dida è un simbolo di speranza e di futuro per i giovani etiopi, che grazie all’istruzione potranno diventare i protagonisti del cambiamento nel loro paese.
Tra le strutture finanziate, una in particolare porta il nome della moglie defunta del presidente dell’associazione Riccardo Matera: «Sono felicissimo di aver contribuito alla realizzazione di un progetto che è parte integrante di un programma di vita che avevamo desiderato insieme a mia moglie e che purtroppo abbiamo festeggiato in luoghi diversi: Rosa dal cielo ed io da Dida». Nel villaggio è stata anche realizzata un’ulteriore aula per la scuola dell’infanzia, finanziata da altri benefattori: un bell’esempio di rete di solidarietà che va oltre i confini della città.
La sanità
L’Etiopia, uno dei paesi più poveri al mondo, ha subito un’ulteriore battuta d’arresto a causa della pandemia. La mancanza di cure adeguate e le conseguenze economiche del virus, aggravate dalla scarsità di aiuti, hanno peggiorato una situazione già precaria.
Tuttavia, una nota positiva è rappresentata da un periodo di tregua dalle guerre. Sebbene la tensione rimanga alta a causa della presenza di gruppi militari, sembra essere tornata una fase di apparente serenità, una fragile speranza di stabilità per il futuro. “Insieme per l’Africa” ha promosso la creazione non solo di scuole, ma anche di strutture sanitarie, terribilmente necessarie: «Ogni viaggio è il più bello di tutti – commenta Matera – . Dico sempre così a ogni ritorno, ma è la verità. Al rientro mi rendo conto di essere sempre più vicino alla terra etiope, alla sua gente, ai loro gravi problemi, a tanta povera e dignitosa umanità che si incontra, ai tanti volti di giovani e meno giovani volontari che dedicano il loro tempo a servizio dei poveri.
Condivido le emozioni che mi porterò sempre dentro il mio cuore: la comunità delle suore di madre Teresa di Gambela che con cura e amore si dedicano alle centinaia di ammalati e di poveri che ogni giorno si rivolgono a loro, ricevendo in cambio un tetto, delle cure, cibo, affetto e attenzioni che non hanno mai ricevuto; il popolo Nuer, seguiti nella missione di don Filippo di Lare, a confine con il Sudan. Popolo fiero ed elegante, tutti alti e con la pelle scurissima, ma estremamente poveri; i bisogni di salute espressa ovunque, con uno Stato che non garantisce quasi nulla. Centri di salute creati dai religioni con poco personale sanitario e pochissimi farmaci da dispensare».