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Furti d’auto, il procuratore di Trani: «Purtroppo molte querele vengono ritirate in sede processuale» – L’INTERVISTA

«Per la prima volta negli ultimi anni, la Bat è al secondo posto in Italia per furti d’auto, non più al primo. Questo non deve far abbassare la guardia, ma rappresenta un trend positivo che mostra come l’azione investigativa stia producendo risultati concreti». Il Procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, commenta così i risultati…
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«Per la prima volta negli ultimi anni, la Bat è al secondo posto in Italia per furti d’auto, non più al primo. Questo non deve far abbassare la guardia, ma rappresenta un trend positivo che mostra come l’azione investigativa stia producendo risultati concreti». Il Procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, commenta così i risultati del report del Sole 24 Ore sull’indice della criminalità 2024.

A cosa si deve questa inversione di tendenza?

«A una molteplicità di indagini coordinate tra polizia di Stato, carabinieri e Guardia di finanza. Stiamo lavorando sui vari segmenti del fenomeno: dal furto d’auto al sezionamento e alla cannibalizzazione dei veicoli, fino al riciclaggio, alla ricettazione e alla commercializzazione dei pezzi. Su ciascuno di questi fronti si registrano risultati positivi anche nel territorio barese».

La Bat, tuttavia, resta tra le province con i valori più alti per spaccio di stupefacenti. Qual è la strategia in questo ambito?

«Abbiamo impostato da tempo un metodo di lavoro fondato sulla mappatura delle piazze di spaccio. Non possiamo intervenire ovunque contemporaneamente, perché le risorse non sono illimitate, ma agiamo in modo graduale, colpendo progressivamente tutte le aree individuate».

Quanto è importante la collaborazione dei cittadini?

«È fondamentale. Ma ancora più importante è la querela. Spesso arriviamo a processo e la querela viene ritirata. La denuncia dev’essere accompagnata dalla fiducia che lo Stato è in grado di proteggere chi parla. Molti esercenti avevano manifestato disponibilità a condividere l’accesso alle telecamere esterne dei loro sistemi di videosorveglianza. Però, questa disponibilità non si è concretizzata. È un peccato, perché quelle immagini consentirebbero di operare in maniera mirata».

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