Il Comune ritiene che debba essere la Regione Puglia, promotrice della legge istitutiva della Fondazione della Disfida di Barletta, «a predisporre lo statuto, a definire le modalità di partecipazione dei soggetti coinvolti e a trasmettere un formale invito all’Amministrazione comunale», come spiega l’assessore alla Cultura Oronzo Cilli. I consiglieri regionali Giuseppe Tupputi (FI) e Tonia Spina (FdI), sono convinti «che non si è proceduto alla costituzione della Fondazione per mancanza di elementi essenziali come l’individuazione della sede e la formalizzazione della partecipazione dei soggetti fondatori, compito che spetta al comune di Barletta».
L’audizione in VI commissione
Eppure, le parti hanno partecipato alla medesima commissione, in Consiglio regionale, proprio per chiarire le cause all’origine del ritardo, essendo passati 17 messi dall’approvazione della legge, la numero 3 del 2024. Nel mezzo c’è la volontà espressa dalla presidente della VI commissione regionale, Lucia Parchitelli, di sbloccare l’impasse fra i due enti, proponendo una sorta di divisione di compiti: il comune metterà a disposizione della Regione le bozze di statuto e di atto costitutivo ai quali lavorare in maniera congiunta, formalizzando anche la volontà di essere socio fondatore, mentre la Regione si attiverà per verificare le disponibilità finanziarie e proseguire l’iter istruttorio, come prescritto dalla Corte dei Conti.
L’intoppo
E già, perché l’intoppo è stato proprio quello. Il dirigente regionale della sezione Sviluppo Innovazione e Reti Mauro Paolo Bruno, ha riferito di alcuni rilievi della Corte dei conti, «relativi innanzitutto al nesso funzionale tra le finalità della fondazione e quelle dell’amministrazione regionale» per «scongiurare l’attribuzione di fondi pubblici a soggetti privati in assenza di un effettivo ritorno in termini di servizi o benefici per la collettività»; e «alla quantificazione e attribuzione delle somme del fondo di dotazione, con una modalità di copertura che di fatto violerebbe il principio di copertura sancito dall’art. 81 della Costituzione». Oltre a elementi intrinseci alla norma, che rimanda allo Statuto la localizzazione della sede e l’individuazione dei componenti fondatori. Norma che, pertanto, va emendata.
Le posizioni
«L’Amministrazione comunale è in attesa di ricevere le giuste e formali comunicazioni dalla Regione ed è fortemente interessata a dar vita alla Fondazione», ha detto Cilli, chiamato in audizione dal consigliere Tupputi. E ha ricordato il lavoro delle commissioni consiliari comunali per redigere lo statuto e l’atto costitutivo della Fondazione, «sospeso proprio a seguito dell’approvazione della legge regionale del febbraio 2024 che ha assegnato l’iniziativa costitutiva alla Regione Puglia, interrompendo di fatto la procedura comunale». «Il Comune – ha aggiunto Cilli – non ha mai ricevuto comunicazioni ufficiali che lo invitino ad aderire in qualità di socio fondatore alla costituenda Fondazione». Tupputi e Spina hanno chiesto formalmente che il Comune dichiari la propria volontà di partecipare come socio cofondatore, mentre la Regione deve verificare le risorse finanziarie stanziate e procedere agli aggiornamenti normativi necessari, «con un emendamento che ci impegniamo a depositare, che aggiorni la scadenza dal 2024 e chiarisca finalità e obiettivi della Fondazione». E concludono: «non possiamo permettere che questioni burocratiche impediscano la nascita di questo organismo».