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Disastro Andria-Corato, anche in appello il Comune si costituisce parte civile

Il Comune di Andria ha confermato, anche nel processo d’appello attualmente in corso presso la Corte di Bari, la propria posizione come parte civile nella vicenda del tragico incidente ferroviario del 12 luglio 2016, chiedendo il risarcimento di tutti i danni, materiali e morali, subiti in seguito al disastro.

L’impatto della tragedia

In quella tragica giornata, due treni della società Ferrotramviaria si scontrarono frontalmente lungo il tratto a binario unico tra Andria e Corato, causando la morte di 23 persone e il ferimento di oltre 50 passeggeri.

Durante l’ultima udienza, il legale rappresentante del Comune, l’avvocato Giuseppe De Candia, ha depositato la memoria conclusionale, sottolineando il pesante impatto economico e reputazionale che la tragedia ha comportato per l’amministrazione e per la cittadinanza.

Secondo la ricostruzione dei fatti contenuta negli atti processuali, l’incidente fu determinato da una serie di gravi negligenze nella gestione del traffico ferroviario, con errori umani e violazioni procedurali in una tratta particolarmente delicata, ancora priva di sistemi di controllo automatici. Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani e poi approdate in primo grado al Tribunale di Trani, avevano fatto emergere come il sistema di sicurezza fosse completamente affidato al solo intervento umano, senza alcuna tecnologia a compensare eventuali errori, e con prassi aziendali consolidate che derogavano alle norme ufficiali.

I danni

Il Comune evidenzia nella sua memoria come, a partire dal giorno dell’incidente, il servizio di trasporto su quella tratta non sia stato più garantito, privando i cittadini di un collegamento fondamentale per la mobilità e generando una diffusa percezione di insicurezza verso l’intero sistema ferroviario locale. A questo si aggiunge un danno d’immagine che, secondo l’amministrazione, ha inciso negativamente sulla fiducia nelle istituzioni e sul senso di sicurezza collettiva.

Le responsabilità

Nella documentazione depositata, l’Ente ha chiesto alla Corte di confermare le condanne emesse in primo grado, sottolineando come dalle prove raccolte emerga chiaramente una responsabilità organizzativa e gestionale attribuibile agli imputati. In particolare, si fa riferimento a una gestione inadeguata degli incroci ferroviari e a un diffuso mancato rispetto delle disposizioni interne da parte del personale, favorito da una carenza di formazione e da una debole vigilanza aziendale. Inoltre, il Comune punta il dito anche contro l’ente pubblico concedente, che, secondo quanto si legge nella memoria, non avrebbe esercitato un controllo efficace sulla società concessionaria.

La tragedia del 2016 ha segnato profondamente la comunità andriese, non solo per l’altissimo tributo di vite umane ma anche per le ferite ancora aperte sul piano civile, politico e infrastrutturale. La richiesta del Comune non è solo un’istanza di giustizia riparativa, ma anche un appello a non dimenticare e a pretendere responsabilità da chi aveva il dovere di garantire sicurezza.

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