Nella provincia di Barletta Andria Trani i commercianti sono preoccupati per la fine dell’emergenza sanitaria. A lanciare l’allarme sono i dati Istat. Dati che fanno preoccupare, specialmente, il settore del commercio. In aggiunta, paradossalmente, a contribuire a questo timore c’è anche la paventata e tanto acclamata fine dell’emergenza sanitaria, che in termini economici significa caricarsi pagamenti arretrati (mutui, cartelle fiscali, tributi locali, fitti) che si sommano ai costi attuali e che andranno pagati in brevissimo tempo. La riflessione giunge dai commercianti di Fismo Confesercenti provinciale Bat e dal suo coordinatore Tommy Leonetti, già presidente di Confesercenti Andria, che dopo la riunione dei giorni scorsi con i componenti del Coordinamento, ha stilato un documento contenente le problematiche generali del piccolo tessuto commerciale, in particolare quelle del settore moda. «Il governo centrale, ad esempio, non ha ancora deliberato i nuovi ristori per il periodo gennaio/marzo 2022 fermo restano la necessità di ampliarli ai periodi precedenti di novembre e dicembre 2021 mesi in cui il settore ha affrontato concretamente un lockdown di fatto» ha spiegato Tommy Leonetti. «Bisognerebbe, inoltre, rivedere i parametri per il calcolo dei sostegni, attualmente penalizzanti per molti commercianti, molti dei quali non hanno potuto accedervi perché al limite di quei criteri necessari per rientrarvi con i colleghi del settore ristorazione che hanno usufruito maggiormente dei ristori» ha proseguito.
«Altro tema evidenziato è la vendita a saldo, a loro dire inutile, perché costretta in un determinati periodi. Sarebbe auspicabile, invece, un cambio di rotta attraverso nuove normative che ne consentano l’effettuazione sulla base di decisioni autonome da parte di ogni commerciante. A tal proposito, purtroppo, si ha consapevolezza che difficilmente si cambierà a breve termine, e perché la categoria non è unitaria» ha concluso.
«Sono queste le problematiche principali evidenziate dalla categoria che saranno riportate in un documento riassuntivo indirizzato ai sindaci e al prefetto della Bat e che sarà oggetto di una prossima conferenza stampa alla presenza dei gruppi dirigenti dei settori pubblici esercizi, turismo e ambulanti» . La tematica saldi è, dunque, particolarmente sentita dai commercianti con posizioni antitetiche. In molti sono per la liberalizzazione, perché, ormai, sono presenti on-line tutto l’anno, mentre gli esercenti sono costretti ad osservare regole regionali molto rigide, ormai anacronistiche. Nel dibattito tra esercenti moda e ristoratori, avanza anche una lotta tra poveri, perché i primi lamentano il fatto che i ristoratori oltre ad aver ricevuto maggiori ristori, si trovano in una fase temporale migliore visto l’avvicinarsi del periodo primaverile-estivo, da sempre legato anche alle cerimonie, come matrimoni e comunioni, di quello pasquale ed i ponti legati alla bella stagione. Di qui l’interrogativo imperante dei commercianti F.I.S.M.O.: “Noi, invece, che fine faremo?”.










