Canosa, sportello antiracket chiuso. Il Comune smentisce l’associazione: “Mai revocati i locali”

«Il mio pensiero è stato frainteso. Quel che mi premeva evidenziare è che è la prima volta che siamo costretti a chiudere uno sportello per mancanza di denunce. Attesa la non operatività della sede, ci sono state delle interlocuzioni con il Comune, intenzionato a destinare quei locali ad altro uso, lasciandoci la disponibilità di una stanza, all’esito delle quali si è convenuta la restituzione in favore del Comune stesso. Non intendo alimentare una polemica politica, che non mi appartiene, e sono disponibile ad incontrare il sindaco per pianificare iniziative che rendano più incisiva la lotta alla criminalità nel territorio canosino. Ogni giorno rischiamo la vita, le polemiche non fanno altro che favorire la criminalità, bisogna piuttosto creare sinergia con le istituzioni così da poter aiutare gli imprenditori a denunciare». È questa la replica del presidente Fai – Antiracket regionale Puglia di Molfetta, Renato De Scisciolo, dopo gli attacchi ricevuti da parte del consigliere regionale e capogruppo (in quota FdI) ed ex sindaco di Canosa di Puglia, Francesco Ventola, e dall’assessora alle politiche sociali del Comune di Canosa, Maria Angela Petroni.

Attacchi che seguono a quanto affermato da Descisciolo durante la conferenza stampa, tenutasi venerdì 12 gennaio, presso lo sportello Antiracket di Barletta. «Sento il dovere di smentire quanto affermato dal presidente De Sciosciolo in merito alla chiusura della sede di Canosa di Puglia – ha affermato Ventola -. Lo farò elencando fatti incontrovertibili, visto che gli stessi fanno parte di un verbale di riconsegna parziale che lo stesso De Scisciolo ha firmato insieme al sindaco Vito Malcangio, il 23 febbraio dello scorso anno».

«Ricapitolando: il 27 dicembre del 2021 De Scisciolo aveva chiesto al Comune di Canosa l’apertura di uno Sportello di Solidarietà per poter assistere le vittime di estorsione e usura; dopo pochi giorni, il 5 gennaio 2022, la Giunta comunale accoglieva la richiesta e metteva a disposizione i locali in piazza Galluppi, che venivano consegnati all’associazione il 9 marzo 2022. Dopo un anno i locali non erano mai stati di fatto occupati e proprio De Scisciolo, “al fine di ottimizzare le proprie risorse” – si legge nel verbale – ha contattato il Comune dichiarandosi disponibile alla riconsegna degli immobili».

«Il Comune, comunque, lascia nella disponibilità dell’associazione una stanza negli stessi locali per essere utilizzata all’occorrenza. Il Comune non ha mai revocato i locali a De Scisciolo, ma ha accolto una sua specifica richiesta di riconsegna. Mi risulta – ha concluso il consigliere – che sia stata chiesta l’audizione di De Scisciolo in Commissione regionale di studio e d’inchiesta del fenomeno della criminalità organizzata. Bene, ci sarò pure io».


Sulla stessa scia è intervenuta anche l’assessora Petroni, la quale ha poi aggiunto: «Il Comune, pur accettando la riconsegna dei locali, ha dato la possibilità all’associazione di utilizzarli all’occorrenza, trattenendo una chiave di accesso. In virtù di ciò, si evince come non sia stata negata nessuna disponibilità. Stupisce che la Federazione parli oggi di chiusura di uno sportello che non ha mai funzionato creando un allarme che non ha alcun fondamento. Come Amministrazione Comunale, continueremo a sostenere il presidio di comunità, lo sportello non chiuderà. In caso di necessità i locali potranno essere utilizzati dall’associazione che ha trattenuto la chiave di accesso».

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