È stata rimossa e consegnata all’artista la tela, della dimensione di 2,6 x 1,61 metri, che racconta l’incontro tra san Sabino e san Benedetto collocata in cattedrale a Canosa di Puglia. Lo fanno sapere il presidente della Fondazione archeologica Sergio Fontana e il parroco della chiesa monsignor Felice Bacco, entrambi raffigurati nel dipinto come omaggio dell’artista. “L’autore, superando le comprensibili resistenze legate alle sue personali esigenze artistiche, ha manifestato la disponibilità a rivedere l’opera in modo da sgomberare il campo da qualsiasi strumentalizzazione in conformità alle finalità iniziali condivise con i committenti.” Il maestro Giuseppe Antonio Lomuscio ha manifestato la disponibilità a rivedere l’opera.
Un tuffo nella storia dell’arte, nella tradizione tardomedievale che vedeva i committenti delle opere ritratti tra i santi sulle opere religiose, spesso in ginocchio in un angolo in basso. A Canosa di Puglia, nel grande dipinto ad olio su tela donato alla Cattedrale nel giorno della festa patronale, la raffigurazione di uno dei committenti ha suscitato ironia social e soprattutto polemiche.
La tela, intitolata “Savinus Vir Dei“, era stata scoperta al termine della cerimonia solenne che si è tenuta il 9 febbraio scorso in cattedrale, alla presenza delle massime autorità civili e religiose, compreso lo stesso Fontana. In poche ore la rete è stata inondata di post e commenti che hanno portato lo stesso artista a chiarire la vicenda. “Rivendico la piena autonomia nelle mie scelte interpretative“, ha subito spiegato Lomuscio precisando che Fontana e il parroco della Cattedrale, don Felice Bacco, “nel corso della lavorazione mi avessero espressamente chiesto di non essere ritratti.” La giustificazione non è bastata a placare le polemiche. Ha subito destato forti perplessità. Fontana e il parroco avevano in realtà pregato l’artista di soprassedere, ma Lomuscio era stato inflessibile: “è una mia scelta autonoma”. Ed è andato fino in fondo, rendendo omaggio. “I grandi artisti del passato -si era giustificato il maestro- hanno spesso ritratto i loro mecenati, e nessuno ha mai detto nulla”. Questa volta, invece, tre componenti della fondazione archeologica -organizzazione che si sostiene con fondi comunali, regionali, oltre alla Bcc di Canosa- che aveva commissionato l’opera costata 20mila euro, si sono dimessi.
La tela si trova già nello studio di Lomuscio, autore di pregevoli opere sacre esposte in Vaticano e in mezzo mondo, che ha così cambiato idea, rendendosi disponibile a modificare quei volti. Per Fontana e Don Bacco “una scelta inevitabile, per sgomberare il campo – hanno fatto sapere – da qualsiasi strumentalizzazione”.










