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Canosa di Puglia, anziani intossicati dalle esalazioni del bracieri: trattati al San Paolo di Bari

Paura per una coppia di anziani, marito e moglie di 66 e 63 anni, intossicati dal monossido di carbonio emanato da due bracieri che avevano acceso per riscaldarsi nella loro abitazione nelle campagne di Canosa di Puglia. I due hanno cominciato ad accusare i primi sintomi da intossicazione intorno alle 23 di ieri sera, 16…
camera iperbarica san paolo bari

Paura per una coppia di anziani, marito e moglie di 66 e 63 anni, intossicati dal monossido di carbonio emanato da due bracieri che avevano acceso per riscaldarsi nella loro abitazione nelle campagne di Canosa di Puglia.

I due hanno cominciato ad accusare i primi sintomi da intossicazione intorno alle 23 di ieri sera, 16 gennaio: la donna ha perso conoscenza, mentre il marito è stato colpito da un’improvvisa debolezza.

I due, trasportati prima al pronto soccorso più vicino, sono poi stati trasferiti all’ospedale San Paolo e affidati ai professionisti della Medicina iperbarica.

La coppia è stata trattata e sottoposta a ossigenoterapia iperbarica, la cura salvavita per intossicazioni da monossido di carbonio. Le loro condizioni sono ora migliorate e stabili, proseguiranno la terapia nelle prossime ore per evitare ulteriori conseguenze.

«Stiamo assistendo a un incremento di intossicazioni», spiega Laura Vernotico, responsabile dell’Unità operativa di Medicina iperbarica dell’ospedale San Paolo. «Il periodo invernale – aggiunge – è quello più critico perché si accendono i riscaldamenti. La causa più frequente è, infatti, l’utilizzo improprio di bracieri e di camini, soprattutto nelle case rurali o comunque nelle case prive di riscaldamento a gas, seguita dall’impiego di stufe a gas e caldaie o scaldabagni mal funzionanti».

Il monossido di carbonio è un gas inodore, insapore e incolore, causa frequente di avvelenamento ma, purtroppo, poco conosciuto e molto sottovalutato. «Solo nel periodo natalizio appena trascorso – ha aggiunto Vernotico – sono state trattate da noi una decina di persone. Si tenga conto che non tutti gli intossicati si recano al pronto soccorso e non tutti quelli che si recano in ospedale vengono attenzionati alla Medicina iperbarica».

Per ridurre il rischio di intossicazione è necessaria la manutenzione ordinaria degli impianti (caldaia/scaldabagno), l’areazione dei locali in caso di accensione di camini o stufe a gas ed evitare di utilizzare bracieri. Utile anche l’installazione di rilevatori di monossido di carbonio.

I primi sintomi dell’intossicazione sono: cefalea, nausea, vomito, vertigini fino ad arrivare alla perdita di conoscenza e al coma. Possono associarsi sintomi cardiologici di tipo infartuale (senso di costrizione al petto).

L’ossigeno iperbarico, disciogliendosi nel plasma, oltre ad ossigenare i tessuti (in primis il cervello e il cuore) che non stanno ricevendo ossigeno a causa del monossido di carbonio, velocizza il distaccamento del monossido di carbonio dall’emoglobina.

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