Bisceglie, il messaggio di pace ignorato e rimosso dal Comune

«Lasciamo il Garibaldi con un piccolo messaggio di pace perché non si può restare indifferenti anche solo all’ipotesi che scoppi una guerra in Europa e perché soprattutto un teatro non può restare mai indifferente», sono queste le parole con le quali il team del SistemaGaribaldi, fino allo scorso anno deputato alla gestione del teatro Garibaldi e di tutte le attività connesse alla stagione teatrale, ha deciso di salutare la cittadinanza, con un messaggio affidato a striscioni affissi sulla facciata del teatro comunale.

Striscioni che però, nel giro di poche ore, sono stati rimossi, suscitando evidentemente la reazione tra sdegno e amarezza dello staff congedatosi: «Lo striscione è stato considerato totalmente minaccioso da essere prontamente rimosso. Imbarazzante», comunicano i collaboratori dell’ex direttore Carlo Bruni.
Ricordiamo che, nel presentare la stagione teatrale 2021/2022, il sindaco Angelantonio Angarano e la sua giunta non avevano annoverato nello staff organizzativo, dopo otto anni consecutivi, gli operatori culturali del SistemaGaribaldi ponendo la parola fine alla cooperazione.
«Educare viene dal latino ex ducere e differisce dall’istruire perché non ambisce ad impartire ordini, né inculcare idee preconfezionate, ma significa tirar fuori il meglio che abita in noi e questo, dalla sua nascita, fa e deve fare il Teatro. In relazione ai singoli e soprattutto alla Comunità che rappresenta», sottolinea lo staff del SistemaGaribaldi, «Dunque, manifestare per la Pace, come faceva Aristofane, è compito del Teatro; come compito del Teatro è lavorare a stretto contatto con la Scuola e farsi Scuola (anzi, sempre per i Greci, il Teatro è la Scuola degli adulti). Non uno spazio d’intrattenimento, non la realizzazione del panem et circenses per farci digerire tutto indifferentemente, non uno strumento al servizio di chi governa, ma uno spazio critico, un’occasione di confronto, scambio, conoscenza. E anche naturalmente di Festa».
Il rammarico si avverte tutto in conclusione di nota: «Ci abbiamo provato in questi anni, senza la presunzione di sapere e dunque insegnare, ma com’è proprio della nostra tradizione orale, lo abbiamo fatto per imparare. In biscegliese non c’è differenza: t’agghia ‘mbarò e tagghia pèrde, dice il proverbio. S’impara sempre e per noi è stata preziosa questa scuola», evidenziano, «Ci spiace lasciare il Garibaldi, per giunta in queste condizioni ma, per quanto sgarbato nel modo, è comune nella nostra storia essere allontanati perché considerati scomodi, inadeguati alle esigenze del consenso. No, non è un addio, anche in questo il Teatro ha una regola: conosce solo l’arrivederci».

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