«Da oggi in poi tutto quello che farò avrà un valore ancora maggiore». Lo afferma Giuseppe Di Bari, il 59enne presidente del comitato di quartiere “zona 167” di Barletta, raggiunto da tre colpi di pistola in via Leonardo Da Vinci nel co-capoluogo della Bat.
Raggiunto telefonicamente dai giornalisti, Di Bari afferma che «sicuramente questo gesto ignobile non mi scoraggerà, anzi mi farà ripartire più veloce e più forte di prima. Spero – aggiunge – che questo episodio abbia smosso le coscienze di Barletta. Questo auspico: un cambio di marcia, una reazione della città».
La procura di Trani, che coordina le indagini, ha aperto un fascicolo per lesioni personali volontarie aggravate dall’uso di arma da fuoco e per fatto commesso in luogo pubblico. In corso gli accertamenti per stabilire il movente dell’agguato e verificare eventuali collegamenti con l’attività della vittima.
Di Bari prosegue: «Forse ultimamente abbiamo toccato degli interessi un po’ troppo alti, qualche nervo scoperto di gente senza scrupoli. Io avrei anche accettato una minaccia verbale, ma arrivare all’eliminazione fisica no. Secondo me – racconta – c’era proprio l’intento di uccidere, non solo di intimorire. L’arma puntava al corpo, mi sono salvato solo perché sono riuscito a correre via».
Il 59enne è ricoverato in ospedale. Le sue condizioni sono stabili.
Le indagini, intanto, sono andate avanti tutta la notte. Gli agenti della squadra mobile della Questura di Andria e con i colleghi del commissariato di Barletta stanno cercando di fare luce sull’agguato. Stando a quanto emerso da una prima analisi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, ad agire sarebbe stata una sola persona che, con indosso un casco integrale, avrebbe percorso a piedi via Leonardo Da Vinci, strada in cui si trova la sede del comitato. La vittima aveva appena lasciato il comitato quando i colpi di pistola, sette quelli esplosi, lo hanno ferito alle gambe.
Chi ha premuto il grilletto sarebbe poi scappato a piedi raggiungendo una strada in cui non ci sono telecamere, e in cui con ogni probabilità c’era un complice che lo attendeva in sella a una moto.
Di Bari, impegnato in attività a difesa del quartiere, è stato ascoltato dagli inquirenti a cui avrebbe riferito di non aver subito minacce e delle attività che promuove assieme agli iscritti e legate al mantenimento del decoro del rione. Non si esclude che ad aver agito sia qualcuno legato alla microcriminalità della zona.










