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Barletta, il murale per ricordare Lasala coperto da 5 bagni chimici. Un’offesa alla memoria del ragazzo

Barletta offende l’arte. In questo modo stappa via la memoria di un omicidio commesso solo pochi mesi fa, uno dei più violenti avvenuti in città. Nel piazzale, a pochi passi dal locale in cui venne ucciso Claudio Lasala, in via Carlo V d’Asburgo, lo street artist barlettano Giacomo Borraccino, aveva destinato il suo saluto al…
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Barletta offende l’arte. In questo modo stappa via la memoria di un omicidio commesso solo pochi mesi fa, uno dei più violenti avvenuti in città. Nel piazzale, a pochi passi dal locale in cui venne ucciso Claudio Lasala, in via Carlo V d’Asburgo, lo street artist barlettano Giacomo Borraccino, aveva destinato il suo saluto al giovane brutalmente assassinato durante la notte tra il 29 e il 30 ottobre. Oggi, dopo solo sei mesi, bagni chimici coprono il dipinto in ricordo del 24enne.

Cinque strumenti sanitari di colore verde e fuxia campeggiano dinanzi al murales, quasi a spiccare come unico elemento d’arte all’interno della piazza. La memoria di un ragazzo assassinato ha lasciato il passo ad un servizio pubblico che utilizza agenti chimici per disinfettare il vaso, in casi in cui non sia possibile farne defluire il contenuto verso il sistema fognario.
Borgiac -nome d’arte dell’artista- aveva dipinto un cuore che sovrasta il nome di Claudio, mentre in basso un coltello con una punta a forma di rosa simboleggia l’arma da taglio con cui il ragazzo ha perso la vita.
A sferrare la coltellata mortale quella notte sarebbe stato Ilyas Abid, di Barletta anche lui, così come l’altro giovane fermato, Michele Dibenedetto. Secondo quanto ricostruito la lite tra i due e la vittima sarebbe nata all’interno di un bar per un “diverbio pretestuoso – si legge negli atti – insorto tra Dibenedetto e Lasala, legato alla pretesa del primo di farsi offrire da bere dal secondo.” Lasala e Dibenedetto sarebbero venuti alle mani e come raccontato da alcuni testimoni si sarebbero colpiti a vicenda “ripetutamente con pugni, schiaffi e calci.”
Il litigio sarebbe poi proseguito nella piazzetta antistante il locale dove Lasala sarebbe stato raggiunto da Dibenedetto e da Abid. Quest’ultimo, prima di uscire dal bar, avrebbe preso dal bancone un coltello portandolo con sé all’esterno del locale, “incitato” dall’amico, e lì, mentre il violento litigio tra i due proseguiva, avrebbe colpito il 24enne all’addome. Così si è consumato l’omicidio Lasala, che oggi comincia lentamente a svanire dalla coscienza di chi ha collocato dinanzi il murales bagni chimici.
In quell’occasione l’artista scriveva: «Una comunità alla deriva. Un piano inclinato verso il peggio, verso l’estinzione? Ci chiediamo dopo queste tragedie: possiamo cambiare le cose? Forse resta solo la nostra testimonianza in ogni piccolo gesto della giornata. Noi alla fine siamo quello che facciamo, che abbiamo fatto. Bisognerebbe sostituire la violenza con la gentilezza, per esempio, con la quale pare si ottenga tutto.»
Sembra che queste parole restino assolutamente attuali.
Barletta, trafitta da una lama, inciampa in un percorso di civilizzazione.

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