Pezzi di auto rubate venivano stoccati in un capannone alla periferia di Barletta che era stato trasformato in un vero e proprio magazzino. All’interno sono state trovate portiere, fanali e componenti di motori per un valore di circa 500mila euro.
A “gestirlo” sarebbe stato un gruppo specializzato nei furti, che agiva a ogni ora del giorno e che poi rivendeva parti di motori e carrozzeria anche sul web.
È quanto hanno scoperto i finanzieri nel corso di un’indagine coordinata dalla procura di Trani che ha portato all’arresto di cinque persone, sorprese mentre rubavano auto, e alla esecuzione di due obblighi di dimora. Degli arrestati, si tratta di persone residenti ad Andria e Barletta, tre sono finiti in carcere e due ai domiciliari. I sette indagati, di cui due di Cerignola, rispondono a vario titolo di ricettazione e furto.
Dall’analisi di alcuni dispositivi digitali trovati nel corso delle indagini, i finanzieri hanno accertato che gli indagati, dopo aver rubato le autovetture, le avrebbero nascoste nel capannone di Barletta dove venivano smontate e i pezzi di ricambio venduti “attraverso più canali non legali, tra cui quello dell’e-commerce“, si legge in una nota in cui si evidenzia che i furti sarebbero avvenuto “alla luce del sole, davanti a cittadini che di fronte alla rapidità dell’azione furtiva e alla spregiudicatezza dei ladri, rimanevano impotenti“.
Nel corso delle attività investigative sono stati trovati strumentazioni elettroniche utili a “interferire, decodificare o disabilitare le frequenze delle centraline elettroniche delle auto da rubare“, sottolineano gli investigatori che hanno recuperato “ingenti somme di denaro di provenienza illecita”.