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Arresti per furti d’auto a Cerignola, il procuratore Nitti: «Un’autentica industria del crimine» – VIDEO

«Qui c’è un’autentica industria del crimine, con una quantità di lavoratori che stabilmente è assoldata sapendo di dover percepire una remunerazione in base a ciò che fa: fai il conducente di un mezzo che deve trasferire i pezzi rubati? Sono previsti 100-150 euro». Lo ha affermato il procuratore di Trani, Renato Nitti, nella conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli della maxi operazione che, stamattina, ha portato all’esecuzione di 26 misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta sui furti d’auto.

Venticinque degli indagati, 24 dei quali sono originari di Cerignola e uno senza fissa dimora, sono finiti in carcere. Le accuse a loro carico sono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al furto, riciclaggio e ricettazione di auto.

Si tratta di un gruppo capace di rubare auto e furgoni in pochi minuti grazie a squadre, almeno venti, che avrebbero agito simultaneamente, riuscendo a far sparire anche sette mezzi al giorno.

Un’associazione per delinquere con basi operative a Cerignola e nella provincia di Barletta-Andria-Trani. I mezzi rubati, venivano smembrati in aperta campagna, i pezzi recuperati e venduti all’ingrosso.

L’attività del gruppo, sostengono gli inquirenti, andava avanti da almeno due anni.

«Abbiamo ricostruito l’intera filiera: dal furto, al trasferimento dei veicoli in due autorimesse di Cerignola, e il loro smontaggio che avviene nel circondario di Trani. I pezzi ottenuti dalla cannibalizzazione delle auto venivano imballati per poi essere spediti anche all’estero», ha precisato Nitti. Il gruppo usava utenze «citofoniche, quindi usa e getta, cancellazione dei messaggi e altri strumenti che hanno reso difficili le indagini ma il livello investigativo è stato all’altezza», ha chiarito il capo della Procura.

Un’attività investigativa «rischiosa anche per i poliziotti»: quattro quelli rimasti feriti dopo uno speronamento nel corso di un tentativo di fuga a seguito di una perquisizione. «Nove mesi fa abbiamo indagato 32 persone con 26 misure cautelari, altre 25 sono finite in manette oggi, un’altra trentina arrestata in flagranza: numeri che testimoniano l’impegno contro uno dei reati che a livello nazionale è in crescita. Qui, invece, è l’unico che ha invertito la tendenza», ha detto il questore della Bat, Alfredo Fabbrocini.

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