Uno spazio innovativo, dotato di tecnologie avanzate e accortezze progettuali pensate per migliorare il benessere dei pazienti e dei loro familiari o assistenti. È il nuovo reparto di Medicina interna dell’ospedale “Bonomo” di Andria, riqualificato grazie a un investimento di circa 700mila euro per aumentare i posti letto – anche di “high care” – e offrire ambienti più moderni e funzionali anche per il personale sanitario.
L’inaugurazione si è svolta stamattina alla presenza, tra gli altri, il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, che ha sottolineato come la Medicina interna svolga «un ruolo cruciale nella gestione di pazienti complessi e fragili, spesso giunti in pronto soccorso con patologie acute e croniche che richiedono un’assistenza multidisciplinare».
I lavori
La nuova Unità operativa complessa di Medicina interna del “Bonomo” si trova al sesto piano ed è stata completamente riqualificata e rifunzionalizzata. I lavori hanno avuto una durata di circa un anno e hanno interessato una superficie di 750 metri quadrati.
Il nuovo reparto è dotato di 24 posti letto, a fronte degli attuali 17: le stanze di degenza sono tutte da due posti, tranne una che ha un solo posto letto ed è dedicata alla corretta gestione di situazioni che meritano isolamento. Saranno attivi anche 4 posti letto di high care (sub intensiva medica) con monitoraggio leggero e da remoto posto nella sala Medicheria.
Il nuovo reparto – che sarà attivo a partire dall’11 febbraio, Giornata mondiale del malato – è dotato di un’ampia e confortevole sala di attesa; le stanze del coordinatore infermieristico Carlo Di Bari e del direttore Salvatore Lenti sono poste subito all’ingresso per facilitare il rapporto dei visitatori e dei caregiver; una nuova sala con vasca dedicata alla corretta movimentazione del paziente nel lavaggio e di una sala dedicata alla comunicazione, uno spazio cioè pensato per facilitare gli scambi tra gli operatori, le attività di formazione interna, ma soprattutto i momenti di condivisione e di confronto con i parenti e i caregiver dei pazienti.






