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Bracciante morta nelle campagne di Andria, inaugurato un murale dell’artista Jorit per Paola Clemente

Il volto sorridente di Paola Clemente, bracciante agricola morta di fatica nelle campagne assolate di Andria nel luglio 2015, rivive in un toccante murale realizzato dall'artista Jorit. L'opera, inaugurata oggi in largo Grotte ad Andria, città nelle cui campagne Paola perse la vita, vuole essere un monito e un simbolo della lotta contro il caporalato.…
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Il volto sorridente di Paola Clemente, bracciante agricola morta di fatica nelle campagne assolate di Andria nel luglio 2015, rivive in un toccante murale realizzato dall’artista Jorit. L’opera, inaugurata oggi in largo Grotte ad Andria, città nelle cui campagne Paola perse la vita, vuole essere un monito e un simbolo della lotta contro il caporalato.

Il murale ritrae una giovane donna con gli occhi pieni di vita e sulle guance i segni che rimandano ai guerrieri. Paola Clemente morì mentre si occupava dell’acinellatura dell’uva, sotto un sole cocente e in condizioni disumane. La sua tragica morte fu uno spartiacque, che portò all’approvazione della legge contro il caporalato.

«C’è tanta gente che ricorda Paola anche se non l’ha mai conosciuta. C’è chi ha scritto una poesia, chi una canzone. E il ricordo diventa vivo anche con iniziative come questa», ha dichiarato commosso Stefano Arcuri, marito di Paola, davanti al murale dedicato a sua moglie. Arcuri ha poi lanciato un appello alla magistratura: «Il processo è arrivato al secondo grado ma c’è rischio prescrizione e allora io vorrei che la magistratura dia un segnale, che faccia qualcosa per far capire agli imprenditori che se non tutelano i dipendenti, rischiano grosso, rischiano il carcere o il sequestro dei beni come avviene per i mafiosi».

L’opera di Jorit richiama anche “Il quarto stato” di Pellizza da Volpedo, un accostamento voluto dall’artista per sottolineare la continuità della lotta per i diritti dei lavoratori. «Io solitamente realizzo ritratti anzi quasi esclusivamente però questa volta, ho voluto inserire anche il quarto stato perché mi piaceva la combinazione e poi per rendere anche più facile la lettura dell’opera perché il suo non è un volto noto – ha spiegato Jorit -. Il messaggio è che la lotta di allora, è la lotta di oggi, è la lotta per condizioni di lavoro migliori e per non morire sul lavoro».

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