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Accordo tra Procura di Trani, Guardia di finanza e Agenzia delle entrate: «Stop ai reati tributari»

Ha durata triennale il protocollo investigativo siglato stamattina tra la Procura di Trani, il comando regionale della Guardia di finanza Puglia e l’Agenzia delle entrate per contrastare i reati tributari.

Obiettivo dell’accordo è definire modalità di azione utili ad aggredire i patrimoni che sono provento di attività illecite, essere tempestivi quando chi evade le tasse fugge all’estero o genera fondi neri.

L’intesa «è completa oltre che aggiornata rispetto a un quadro normativo evoluto», ha spiegato il procuratore capo di Trani Renato Nitti, evidenziando che «l’evoluzione normativa dà alla magistratura un ruolo decisivo nella crisi di impresa».

Nella Procura a Trani esiste già un polo di tutela penale delle entrate, di cui fanno parte i sostituti Roberta Moramarco e Ubaldo Leo.

Per contrastare gli illeciti sono importanti le segnalazioni fatte da Gdf o dall’Agenzia delle entrate, da cui si possono cogliere elementi legati all’esposizione debitoria nei confronti dello Stato da parte delle imprese, esposizione che è indice di possibile insolvenza e quindi di crisi.

Quando un’impresa è destinata al fallimento i primi creditori a non essere pagati sono quelli pubblici ma se si interviene prima si ottiene la liquidazione giudiziale e il sequestro del patrimonio. Come accade a chi trasferisce la sede all’estero generando profitti sconosciuti al fisco.

«Bisogna seguire i soldi, perché se vogliamo rendere efficace l’azione penale, bisogna capire dove sono finiti. Noi andiamo ad aggredire i patrimoni evitando che vengano ulteriormente reinvestiti in nuovi reati», ha chiarito Leo.

Il protocollo vuole anche colpire un altro sotterfugio che alcune imprese applicano il risparmio fiscale, ovvero chi non paga le tasse e così riesce «o a praticare prezzi anticoncorrenziali, o a creare fondi neri per corrompere pubblici ufficiali o per pagare con priorità altri rispetto allo Stato», ha puntualizzato Moramarco secondo cui così si delinea «il concreto rischio che in fallimento vadano proprio le imprese sane, cioè gli imprenditori onesti che pagano non solo i fornitori non solo i lavoratori, ma pagano anche le tasse».

Il generale Guido Mario Geremia, comandante della Guardia di finanza della Puglia, ha sottolineato che «il protocollo delinea le linee guida che efficientano i tempi. Purtroppo in questo tipo di attività il tempo è un elemento prezioso».

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