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«Abbiamo investito su noi stessi. Il futuro è nel turismo esperienziale»

«Il futuro della Puglia? È nel turismo». Non ha dubbi Marco Lenoci, uno dei tre fondatori di “MytExperience”, una start up che punta a cambiare il mondo dei tour operator e stravolgere quello dei turisti. Ha 22 anni ed è giovane come i suoi due soci, Giandomenico Bucci, 22 anni, e Nicola Sammamea, 21. Marco…
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«Il futuro della Puglia? È nel turismo». Non ha dubbi Marco Lenoci, uno dei tre fondatori di “MytExperience”, una start up che punta a cambiare il mondo dei tour operator e stravolgere quello dei turisti. Ha 22 anni ed è giovane come i suoi due soci, Giandomenico Bucci, 22 anni, e Nicola Sammamea, 21.

Marco Lenoci, lei è l’amministratore della società. Quando e come avete capito che è il turismo esperienziale la nuova frontiera del settore?
«Il turista contemporaneo non si accontenta più di prenotare una vacanza e semplicemente visitare musei e castelli. Con dati alla mano derivanti da una passata esperienza lavorativa abbiamo intercettato questa nicchia di turisti contemporanei che hanno bisogno di vivere un’esperienza all’interno della propria vacanza. Colossi come Airbnb sponsorizzano il turismo esperienziale già da qualche anno. Questa crescita di domanda primaria ha fatto accrescere in noi la consapevolezza che una nuova frontiera del turismo sta esplodendo».
Quando avete fondato la società?
«Lo scorso anno».
È stato un problema trovare le risorse?
«Abbiamo vinto due bandi regionali. Il primo, il “Pin”, prevedeva 30 mila euro di finanziamento a fondo perduto; il secondo, “estrazione di talenti”, 25 mila».
Per voi è già un lavoro o ancora solo una passione?
«È un lavoro che però cerchiamo di conciliare con lo studio».
Andate all’università?
«Sì, io e Nicola Sannamea studiamo Marketing mentre Giandomenico Bucci informatica».
Siete tutti e tre molto giovani. Immaginavate in questo settore il vostro futuro professionale?
«Sicuramente immaginavamo il nostro futuro professionale in una startup. Abbiamo scelto il settore turistico perché da sempre ha invaso le nostre vite, ogni volta che viaggiamo. Ogni volta che conosciamo culture diverse, ogni volta che ci approcciamo con persone diverse, ci ricordiamo quanto sia importante conoscere altre realtà».
In che modo raggiungete i vostri clienti?
«Stiamo lavorando a un portale con il quale creeremo un filo diretto tra noi e loro. Per ora la nostra attività è off line. Lavoriamo molto con le associazioni che ci richiedono l’organizzazione delle attività».
Riscontrate una risposta sia dal turista italiano o anche da quello straniero?
«In questa fase il nostro modello di business sta affrontando un periodo di validazione dello stesso nel territorio pugliese. Speriamo di finire questa fase il prima possibile per espanderci a livello internazionale entro il 2022 e pensare di oltrepassare la frontiera italiana entro il 2024».
Cosa manca, secondo lei, alla Puglia per fare il definitivo salto di qualità nel turismo?
«Sicuramente ciò che può far fare il salto di qualità nel turismo pugliese è la collaborazione e quindi la creazione di network che possano mettere in collegamento tutte le aziende che operano nel mondo del turismo e dell’ospitalità».

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