Nel corso di una tavola rotonda all’Università della Basilicata sull’ultimo rapporto Bankitalia, Pietro Simonetti (Ceres) ha lanciato un grido d’allarme sulla condizione dell’ateneo lucano.
I dati del Rapporto Censis 2024, che confermano l’ultimo posto di Unibas nella classifica nazionale dei piccoli atenei, hanno fatto da sfondo a un quadro preoccupante, segnato da un costante calo degli iscritti e da una generale stagnazione dell’offerta formativa.
L’analisi
Simonetti, nel suo intervento, ha sottolineato come la situazione sia il frutto di una serie di scelte strategiche errate e di una gestione poco attenta delle risorse disponibili. L’ateneo, secondo l’esperto, avrebbe bisogno di una profonda riorganizzazione, che passi attraverso un potenziamento dell’offerta formativa, un’apertura verso l’internazionalizzazione e una maggiore collaborazione con il mondo del lavoro. Gli iscritti di Unibas sono passati dai quasi ottomila del 2014 agli attuali 5500, nel 2023 erano circa 6000, dei quali 2200 fuori corso. Tra le proposte avanzate da Simonetti spiccano l’idea di rilanciare l’alta formazione, puntando su master e corsi di specializzazione, e quella di attrarre studenti stranieri, in particolare provenienti dai Paesi dell’America Latina e del Mediterraneo. Fondamentale, inoltre, sarebbe un impegno maggiore nella ricerca e nello sviluppo di progetti innovativi, in grado di rendere Unibas un punto di riferimento per l’intero territorio regionale.
L’organico
«Una situazione del tutto sottovalutata dal gruppo dirigente e dalle stesse istituzioni nonchè dalle parti sociali che si accontentano di eventi e convegni. Se vuole sopravvivere e non declinare ancora, occorre potenziare e innovare l’offerta formativa, utilizzando i circa 500 professori e l’intero organico di circa 800 unita e la spesa annuale di oltre 80 milioni, in parte contributi Regionali», ha detto Simonetti. Le parole di Simonetti fanno eco alle preoccupazioni di molti docenti, studenti e cittadini, che da tempo denunciano le criticità dell’università lucana.
Proprio in questi giorni è in corso di approvazione in Consiglio Regione un provvedimento che destina 160 milioni, dilazionati in dieci anni, ad Unibas. Per Simonetti si tratta di un’opportunità per dare nuova linfa all’ateneo in un contesto in cui «dovrebbe cambiare anche il ruolo di Ardsu, da tempo fermo alla distribuzione dei pasti e dei contributi agli utenti, per passare a gestire accordi di spessore nazionale e internazionale».
«C’era attesa in Unibas per il rapporto Censis, pare che sia stata organizzata anche una scommessa tra Direttore amministrativo ed il Rettore con in palio una modesta pizza in quanto il dirigente contabile si aspettata una risalita nella classifica. Non sappiamo quando avverrà la consumazione del prodotto da forno, sappiamo solo che non è più tempo di attendere miracoli. Il declino andrebbe con urgenza fermato: se le diagnosi continuano e non si passa alle terapie, come scriveva K. Kraus, la diagnosi diventa la malattia» ha concluso Simonetti.