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Stellantis, 160 operai ritornano da Pomigliano

Sembra essere ormai arrivata al tramonto la stagione dei trasfertisti di Melfi spediti a Pomigliano dall’azienda Stellantis l’agosto scorso in fretta e furia, tanto da colpire anche coloro che beneficia(va)no della famosa legge 104. Per loro, proprio per andare incontro alle esigenze familiari, furono istituiti i tanto vituperati e discussi pulmini che portavano da Melfi…

Sembra essere ormai arrivata al tramonto la stagione dei trasfertisti di Melfi spediti a Pomigliano dall’azienda Stellantis l’agosto scorso in fretta e furia, tanto da colpire anche coloro che beneficia(va)no della famosa legge 104. Per loro, proprio per andare incontro alle esigenze familiari, furono istituiti i tanto vituperati e discussi pulmini che portavano da Melfi e Potenza.
Sembrerebbe essere al tramonto in quanto lunedì (altri) 160 operai rientreranno da Pomigliano.

I numeri sono chiari: da 1200 trasfertisti a gennaio, oggi ne restano in Campania “soltanto” circa 200. A determinare le scelte attuali aziendale sembrerebbe essere la non proprio brillante prova sul mercato della Alfa romeo “Tonale”, una scommessa se non persa, almeno finora non all’altezza delle aspettative. Ma non è tutto, perché tra le motivazioni ci sarebbero anche l’arrivo a Pomigliano di altri trasfertisti direttamente da Pratola Serra e Cassino, per problemi specifici di quegli stabilimenti.

Se il rientro degli operai a Melfi è un dato positivo, dall’altro lato, però, ci sono diversi interrogativi sul futuro immediato del sito lucano. Perché? Perché si sta lavorando pochissimo a San Nicola di Melfi. La produzione non è avvenuta neanche un giorno in questa settimana a causa di un problema con dei componenti forniti, secondo fonti ufficiali, da un’azienda torinese di proprietà cinese (“Boauwo”), la quale avrebbe non specificati “grattacapi” con i tribunali. Significa, allora, che il rientro di altre 160 unità da Pomigliano già lunedì aprirebbe lo spettro degli esuberi.

«Siamo troppi», si sente dire spesso sulle linee. E tra due giorni saranno ancora di più e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, allora, sarebbe l’unica scelta percorribile. Per questo, allora, il rischio di una Cassa integrazione più massiccia è dietro l’angolo. E gli incentivi all’esodo sono l’altra arma con cui Tavares potrebbe decidere di sfoltire le maestranze di Melfi. Turni massacranti alternati a Cassa integrazione. Un mix che rischia di consumare la tenuta mentale di tanti operai e operaie già corrosi da quasi 30 anni di catena di montaggio e sempre più sul filo di una crisi di nervi.

E nessuno, a oggi, può prevedere cosa accadrà nelle prossime ore. Staremo a vedere. La verità, finora, è niente lavoro a Melfi questa settimana, e tra oggi e domani tutti saranno con gli occhi sugli smartphone per accogliere i messaggini che annunceranno l’eventuale rientro sulla linea, da lunedì. Venti, voci e rumors, però, non lasciano presagire nulla di buono e quindi altri possibili rinvii. Ma tutto può cambiare. Basta un giro di WhatsApp, deciso dall’azienda e inoltrato ai lavoratori, in modo sempre uguale, dai sindacati di categoria.

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