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Sanità, le associazioni di categorie: «Sconcertante il silenzio del presidente della Regione Basilicata»

Ancora il tema della sanità al centro del dibattito in Basilicata. Tutte le associazioni di categoria unite chiedono un incontro urgentissimo per «scongiurare l’ineluttabile e nefasto epilogo». È stato comunicato così l’ennesimo allarme rosso e un appello a «non tergiversare ulteriormente perché, nella situazione attuale, tutte le strutture accreditate non potranno sostenere economicamente questa attività…

Ancora il tema della sanità al centro del dibattito in Basilicata. Tutte le associazioni di categoria unite chiedono un incontro urgentissimo per «scongiurare l’ineluttabile e nefasto epilogo». È stato comunicato così l’ennesimo allarme rosso e un appello a «non tergiversare ulteriormente perché, nella situazione attuale, tutte le strutture accreditate non potranno sostenere economicamente questa attività e saranno costrette ad annullare centinaia di migliaia di prestazioni a causa dei mancati pagamenti e della perenne assenza di programmazione sanitaria da parte della Regione Basilicata».

A detta dei diretti interessati, nonostante la questione sia ben nota al Governo Regionale, sembra che ciò non sortisca alcun effetto ed è «davvero imbarazzante e preoccupante questo silenzio, considerando tra l’altro i numerosi impegni presi pubblicamente negli ultimi mesi e nello scorso anno».

Nelle scorse ore tutte le associazioni di categoria (Anisap, Aspat Basilicata, Cicas, Federbiologi, Federlab e Sanità Futura), con una comunicazione congiunta al presidente Bardi, all’assessore Fanelli ai direttori delle asl e del Dipartimento Salute, hanno richiesto di essere convocate urgentemente per mercoledì 21, perché, come si legge nella missiva, a gennaio si prefigura l’impossibilità economica a poter sostenere l’esercizio delle proprie attività in nome e per conto del sistema sanitario regionale. «Il venir meno dell’intero comparto del privato accreditato dal sistema sanitario regionale, a causa di un’evidente mancanza di programmazione regionale della spesa sanitaria, produrrebbe oltre al crollo dei livelli occupazionali, anche uno straordinario deficit di assistenza sanitaria di portata regionale relativamente alle prestazioni di specialistica ambulatoriale».

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