Potrebbe essersi finalmente risolta la questione del trasporto dei pazienti dializzati dell’area materana per raggiungere il centro di emodialisi nell’ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera, che dal 13 gennaio hanno visto trasformarsi l’accesso alle terapie salvavita in una vera e propria odissea a causa della sospensione del servizio operato dall’azienda “Di.Ma”. Si conclude così quella che l’Associazione Nazionale Emodializzati (Aned) definisce una «misera vicenda», che ha gettato nello sconforto e nella preoccupazione circa 30 pazienti che si sono visti sospendere il servizio di trasporto e «Hanno ricevuto diverse volte minacce di sospensione del servizio di trasporto, lettere di messa in mora, decreti ingiuntivi di pagamento dal tribunale di Matera con l’amara sorpresa di essere qualificati debitori di una somma di denaro pari a 10mila-12mila euro, oltre le spese varie, gli interessi legali, i compensi professionali, l’Iva e quant’altro ed il rischio di esecuzione forzata», sottolineano dall’Aned.
Questione che aveva fatto reagire i pazienti che hanno allertato le autorità e messo in allarme anche i sindaci dei comuni di Ferrandina e di Salandra, che si erano attivati per trovare una soluzione e nella presa in carico dei propri cittadini bisognosi del servizio. Per superare l’emergenza, l’Asm aveva indetto una manifestazione di interesse rivolta agli operatori del terzo settore volta ad individuare organizzazioni di volontariato, di promozione sociale e comitati di Croce Rossa in grado di effettuare il servizio di trasporto dei pazienti sottoposti a trattamento di emodialisi, il cui esito è stato comunicato lo scorso 27 gennaio. Sono 8 le associazioni che hanno risposto e alle quali i pazienti dializzati potranno ora fare riferimento per veder garantito il proprio diritto al trasporto verso il centro dialisi. Trasporto che, ricordano dall’Aned, rientra nella presa in carico del paziente da parte dell’Asm tanto quanto gli adempimenti sanitari.
«Ora ci auguriamo che il nuovo servizio di trasporto risponda alle legittime esigenze e aspettative dei pazienti e delle loro famiglie e che non debbano mai più rivivere le inquietudini del recente passato», è il commento dell’Aned, che però evidenzia come «ci lascia perplessi la parte in cui si stabilisce un rapporto diretto tra gli operatori del servizio e i pazienti, anziché prevedere la sottoscrizione di una convenzione tra Asl e ditte di trasporto».