Salute, indagine dei medici (Fadoi): «in Basilicata servono percorsi per long covid»

«Omicron o non Omicron il Long Covid continua a perseguitare anche dopo la guarigione circa il cinque per cento dei pazienti lucani e senza che siano stati attivati servizi dedicati per prestare loro assistenza. Ma se la fine dello stato di emergenza non ha cancellato il virus, ma ha ridotto la paura nei suoi confronti e gli assistiti sono tornati a bussare alle porte degli ospedali, mettendo a nudo i problemi di sempre: carenza di personale e di posti letto». È la conclusione di un’indagine della Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), presentata durante il congresso nazionale, in corso a Roma.

Il report evidenzia, proprio in relazione alle conseguenze della pandemia, «le problematiche poste dalla necessità di conciliare i percorsi dei pazienti Covid con quelli non Covid, che comunque distraggono personale e letti, mettendo in difficoltà le strutture».

Fadoi ha rilevato che, riguardo al long covid, «i pazienti che non si liberano dei postumi dopo essersi negativizzati sono circa il cinque per cento ma la Regione non ha ancora attivato percorsi per l’assistenza dei pazienti Long Covid. Il sintomo più diffuso restano quelli della stanchezza cronica e la nebbia cerebrale. L’età media dei casi over 60 anni».
«Assistiamo – ha spiegato il presidente regionale della Basilicata della Fadoi, Emanuele Paolicelli – ad un sovraffollamento di pazienti pluripatologici e cronici. Per questo è necessario potenziare la medicina territoriale e setting assistenziali alternativi».

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