«L’aerospazio sarà una priorità della Strategia di specializzazione intelligente (S3) della Regione Basilicata nel Programma operativo Esif 2021-2027». Questo ha dichiarato il presidente della Regione, Vito Bardi, il quale ieri ha preso parte, a Bruxelles, ad un convegno con esperti del settore, in qualità di vicepresidente della rete Nereus, costituita a Tolosa circa 12 anni fa.
Nell’occasione il governatore lucano ha rievocato le tappe dello «sviluppo del settore spaziale» in Basilicata, a partire dal 1983, anno in cui venne avviata la nascita del Centro di geodesia spaziale nella città dei Sassi: «Un altro passo politico di rilievo – ha continuato il presidente – è avvenuto nel 2015 quando la Strategia di Specializzazione Intelligente della Regione Basilicata ha individuato l’Aerospazio tra le aree di specializzazione intelligente a cui fanno riferimento le azioni e gli interventi previsti dal Programma Operativo Regionale Ce Fesr 2014-2020, capitalizzando le esperienze precedenti con gli stakeholder spaziali lucani. Con la costituzione nel 2015 del Cluster Aerospaziale Basilicata (Clas), membro del Cluster Aerospaziale Nazionale, nel quale è confluita la precedente esperienza degli stakeholder spaziali lucani, posso dire che oggi abbiamo nel nostro territorio uno dei gruppi di ricercatori più qualificati, abbiamo talenti e aziende del settore spaziale che operano nel mercato Ue e internazionale e possiamo utilizzare le loro competenze anche in altri settori economici facilitando la cooperazione tra i nostri 5 cluster tecnologici regionali nel quadro della strategia di specializzazione intelligente della Basilicata»
A detta di Bardi i dati spaziali rappresentano il nuovo oro dell’economia spaziale, ma «il loro utilizzo è ancora complesso soprattutto per le regioni».
La sfida dunque è riuscire a tradurre i dati in informazioni e servizi utili e fruibili per i cittadini e le regioni: «Attraverso la piattaforma Nereus, le nostre regioni e i loro stakeholder spaziali dovrebbero continuare la loro cooperazione per facilitare l’accesso, la gestione e l’elaborazione dei dati. Dovremmo superare insieme gli ostacoli politici, amministrativi e tecnici, come la mancanza di adeguate competenze e conoscenze dei funzionari e delle persone che utilizzano quei dati. In altre parole – ha concluso Bardi – le regioni dovrebbero investire in programmi di formazione per i propri funzionari che utilizzano i dati spaziali e per le ‘risorse umane’ che lavorano in aziende e centri di ricerca che forniscono servizi e dati spaziali».
Guido Tortorelli