Acciughe e sardine, ma anche nasello, pesce spada, sogliola e spigola. Potrebbero scarseggiare sui mercati questi prodotti italiani di stagione. Con i pescherecci fermi in banchina, come era già avvenuto all’inizio di marzo, gli effetti sul consumatore si fanno sentire. In alcuni casi è scattato l’effetto scorta come avvenuto gli scorsi anni per il lockdown; chi può, infatti, acquista e congela pesci, molluschi e crostacei.
Quanto ai prezzi in pescheria o al ristorante, fa sapere un monitoraggio della Fedagripesca-Confcooperative, si registrano complessivamente da marzo a oggi aumenti fino al 30% per il consumatore finale e praticamente nulla in più per le tasche del pescatore.
E la causa è il caro gasolio costato ai pescatori italiani 200 milioni di euro di mancato fatturato. In molti hanno diminuito le uscite in mare, non riuscendo più a rientrare dei costi del carburante. Ed è per questo che anche questa mattina l’ultima tra le proteste delle marinerie del paese e avvenuta nel foggiano da parte del comparto marittimo di Manfredonia.