Milano vuole i fondi del Sud, la replica: «Giù le mani dai nostri soldi»

«Se ci sono fondi inutilizzati, che facciamo li buttiamo? Noi abbiamo progetti nel cassetto per rifare scuole, case popolari, per comperare bus. Se ci danno i fondi li investiamo». Le parole di Giuseppe Sala hanno alzato l’ennesimo polverone tra Nord e Sud. Il Pnrr promette di ridurre i divari territoriali ma, per ora, è riuscito nell’intento di radicalizzare il confronto: da una parte il Mezzogiorno, grazie al quale l’Italia è entrata in possesso di una fetta importante dei fondi comunitari (circa il 70% secondo i calcoli più accreditati); dall’altra il resto del Paese che vuole prender parte il più possibile all’infornata da 209 miliardi di euro. Sullo sfondo la scadenza del 2026, quando tutti i progetti devono essere realizzati e rendicontati all’Europa.

Colia (Anci Puglia): «Le sue parole mi lasciano sbigottito»

La reazione da Sud è netta. Massimo Colia, primo cittadino di Stornarella (Fg), che rappresenta pro tempore i sindaci pugliesi nell’Anci, non usa mezze parole. «Mi lasciano sbigottito le dichiarazioni del Sindaco di Milano – sottolineano -. Da lui mi sarei aspettato un atteggiamento solidale, pronto a sostenere e non ad approfittare delle difficoltà degli altri. Gli ricordo che nel discorso pronunciato dal Capo dello Stato a Bergamo durante l’Assemblea dell’Anci ci aveva esortati ad essere “una vera comunità che non lascia indietro i più deboli, sia che si tratti di singole persone sia che si tratti di intere regioni”». Colia annuncia un’azione congiunta del coordinamento delle Anci meridionali per chiedere ad Anci Nazionale.

Carlucci: «Milano ha quasi il doppio dei dipendenti di Napoli»

«Sala deve capire che se ci sono comuni che negli ultimi hanno investito 100 all’anno dipende spesso dal fatto che non hanno gli stessi dipendenti e le stesse risorse di quelli che sono riusciti a spendere di più» afferma Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti e fondatore di “Recovery Sud”, il movimento di primi cittadini del Sud per il Pnrr. «Se Milano ha sedicimila dipendenti e il comune di Napoli 8.983 – prosegue – qualcosa cambierà nelle capacità di performance, anche in considerazione delle criticità sociali che la città partenopea deve affrontare ogni giorno impedendole di concentrarsi sulla progettazione e sulla realizzazione di nuove opere. Allo stesso modo – prosegue Carlucci – se la Puglia ha 4,8 dipendenti comunali ogni 1.000 abitanti e il Trentino 48, non possiamo ulteriormente penalizzare i comuni pugliesi privandoli delle risorse del Pnrr che possono farli uscire dalla loro condizione di svantaggio». Per il sindaco di Acquaviva, però, il problema è anche un altro: «I comuni meridionali e pugliesi in particolare – sottolinea – hanno tanti progetti che non sono stati finanziati. Se lo fossero stati, non avremmo avuto una spesa così bassa. Dunque, si riveda il meccanismo dei bandi, facciamo scorrere le graduatorie e diamo ai Comuni le risorse che sono pronti a spendere, co-progettando con loro anziché escludendoli attraverso meccanismi – conclude Carlucci – che non hanno nulla a che vedere con la meritocrazia e con una vera pianificazione dello sviluppo».

Aprile: «Il Mezzogiorno messo nella condizione di non poter investire»

Parole di condanna per Sala arrivano anche dal giornalista e scrittore, nonché fondatore del movimento “Equità Territoriale”, Pino Aprile. «Il sindaco di Milano si può mettere in coda con i tanti predoni di risorse destinate al Mezzogiorno – afferma-. Un Sud messo in condizioni di non poter investire e poi accusato di non saperlo fare. Con questa scusa lo derubato dei suoi investimenti. La sola Lombardia ha più corse di treni di tutte le regioni del Sud insieme. Nonostante questo, Ferrovie dello Stato ha appena annunciato ulteriori 15 miliardi di investimenti in Lombardia».

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