Sono 18 i lidi balneari irregolari a Metaponto secondo una relazione trasmessa dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità di Martina Franca all’ufficio di Compatibilità ambientale della Regione Basilicata.
Dopo un’attenta ispezione su tutto il litorale di Metaponto, i militari hanno rilevato diffuse irregolarità che si sarebbero perpetrate nell’ultimo ventennio, in parziale violazione anche al Piano dei lidi, vigente dal 2005 su tutta la fascia jonica.
Nel rapporto i carabinieri parlano di «strutture amovibili che sono state in parte lasciate oltre periodo finestra della stagione balneare, anche e soprattutto nelle aree a protezione speciale (comprese strutture realizzate in calcestruzzo con persino porte-saracinesce in metallo); strutture realizzate in aree a pericolosità idraulica; e poi parcheggi realizzati abusivamente al servizio dei bagnanti nelle aree protette, installazioni dei lidi sulle vie tagliafuoco della pineta ed in zone non comprese nella concessione; lidi in possesso di un permesso per il solo chiosco da 20 metri quadri, che avrebbero installato anche gli ombrelloni, mezzi meccanici utilizzati per la pulizia della spiaggia quando la norma prevede l’obbligo di utilizzare solo sistemi manuali».
La verifica ha compreso 18 lidi, la cui posizione è gestita dal Comune di Bernalda in dialogo con la Regione. A detta dei carabinieri di questi 9 si trovano Zsc (Zona speciale di conservazione) “Costa jonica foce Bradano” e altri 9 sono esterni. In particolare è stata rilevata l’operatività di alcuni stabilimenti che non avrebbero presentato la richiesta di Vinca (ad esclusione di qualcuno), di conseguenza risulterebbe «ignorata la normativa europea, nazionale e regionale a tutela dei siti nell’installazione degli stabilimenti».
In conclusione, i carabinieri rilasciano parere positivo all’istanza presentata dal Comune di Bernalda per i lidi di Metaponto, «a condizione che si rimuovano tutti i motivi di impedimento descritti, garantendo l’accesso all’area balneare solo a piedi, con biciclette o bus navetta, favorendo l’accesso ai disabili senza realizzare sentieri sulle vie spartifuoco, che potranno essere percorse solo dalle navette a determinate condizioni. Inoltre, i titolari dei lidi devono liberare le aree da mezzi meccanici ed altri ingombri non previsti, rispettando le misure delle aree in concessione con strutture di facile rimozione (a tre metri dalla battigia e in misura di rispetto dalla duna), rimuovendo eventuali strutture in cemento e con orari di apertura (6.30-20.30) compatibili con il rispetto dell’ecosistema».
Guido Tortorelli