Libera Basilicata: «Non possiamo tollerare le parole del consigliere regionale, Pasquale Cariello»

Il coordinamento Libera Basilicata non ci sta e critica il linguaggio utilizzato dal consigliere regionale, Pasquale Cariello nella sua analisi post elezioni politiche. «Le parole sono importanti. Sempre, ma soprattutto quando a pronunciarle è un rappresentante istituzionale che, per il ruolo che ricopre, non solo è chiamato ad occuparsi della cosa pubblica a nome dei cittadini, ma a nome e per conto di tutti i cittadini. Senza distinzioni di fazioni, di voti o appartenenza politica», ha affermato il coordinamento.

Gli esponenti dell’associazione ribadiscono come questi ultimi elementi «dovrebbero essere accantonati all’indomani della fine delle campagne elettorali, qualsiasi sia il risultato che deve essere sempre rispettato».

Libera si è poi rivolta direttamente a chi ricopre un ruolo istituzionale che «deve aver imparato che la rete, i social, sono diventati ormai un prolungamento della vita reale e che ciò che viene detto in quegli spazi, dove la risonanza è anche più grande e immediata rispetto ad un tavolino di un bar, merita la stessa attenzione delle parole che si pronunciano in sedi ufficiali».

Dato che ricorrono spesso battute a dir poco infelici e lesive pronunciate da rappresentati ai vertici istituzionali della Regione, Libera ha annunciato che non può rimanere indifferente su quanto dichiarato dal consigliere regionale Pasquale Cariello in risposta a un post, in cui «scrive e ribadisce più volte il concetto che “non esiste il perdono” per chi ha votato per un partito differente da quello in cui Cariello si è candidato alla Camera, che chiama traditori e per i quali vuole le “teste sul tavolo”».

A detta dell’associazione lucana si tratta di un «linguaggio gravissimo, che lascia intendere apertamente, tra l’altro, un modus operandi ai limiti dell’illegalità nella scelta di politici e funzionari regionali. Un incitamento all’odio, come scritto da altri esponenti politici, che fa l’occhiolino ad un atteggiamento e a un linguaggio che non dovrebbero appartenere ad una politica che ha a cuore ciò che è di tutti e che appartiene ad una società responsabile e lontanissima da quella mentalità mafiosa che tanto cerchiamo di contrastare», hanno concluso nella nota.

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