La Basilicata frana: a rischio il 100% dei comuni lucani

Le immagini della devastazione che ha colpito Ischia risvegliano nei lucani ricordi remoti ed altri fin troppo recenti, di ferite e voragini che si sono aperte nella terra ingoiando case ed esistenze. Per l’Ispra, l’Istituto Superiore di Ricerca Ambientale, i comuni della Basilicata a rischio frana sono tutti. Letteralmente: il 100%. È quanto emerso dal rapporto del 2018 dell’istituto, che individua anche potenziali soluzioni innovative, come la possibilità di collegare i paesi non più tramite strade, soggette a costanti smottamenti, ma su fune.
Già nel 2007, le frane censite erano 9187. La zona più critica è quella della valle del Basento, nella sua sezione che attraversa la catena appenninica. Ma gli squarci puntellano la quasi totalità del territorio lucano, la cui storia è segnata dalle frane. Basti pensare al caso più noto e impressionante, quello di Craco: abbandonato a partire dal 1963 dai suoi abitanti che si sono visti letteralmente crollare l’abitato sotto i piedi, è oggi una località fantasma. Suggestiva, certo, ma pur sempre monumento alle esistenze spezzate con la forza che solo una frana può avere. E se la differenza, per questi eventi, la fa l’incidenza demografica, ecco che il caso di Pomarico, a pochi chilometri da Matera, diventa una delle fotografie più drammatiche della questione.
La frana che ha interessato corso Vittorio Emanuele, in pieno centro storico, nel 2019 è ancora tutta lì e a fine gennaio l’anniversario per le persone che hanno visto andar giù le loro case sarà il quarto. Solo per citare gli eventi più recenti, a metà agosto – precisamente nella notte del 16 – a Pescopagano una frana ha travolto 5 famiglie che ad oggi non sono ancora rientrate nelle loro abitazioni e non si sa quando e se potranno farlo.
E c’è poi Maratea, località in cui la risultante tra il dissesto idrogeologico e il cambiamento climatico si fa perfino più evidente. Per contrastare il fenomeno, fare rete tra istituzioni, scienza e cittadini è fondamentale e, come Ischia insegna, non può più aspettare.

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