«Riconoscere la cittadinanza italiana ai minori che nascono e crescono nel nostro Paese rappresenta un’opportunità di uguaglianza, concedendo pari diritti a tutti colori i quali sono già di fatto italiani». È quanto afferma Gianni Stea, assessore al Personale della Regione Puglia e leader dei Popolari, che interviene nel dibattito sullo Ius Scholae.
«Nella scuola – aggiunge Stea – insegniamo i valori dell’essere cittadino italiano e ci sforziamo di costruire una comunità educata secondo questi valori. Sarebbe opportuno – prosegue – prevedere la cittadinanza già per chi ha seguito la scuola dell’obbligo perché non è la nascita o la lingua che dà diritto di cittadinanza in un Paese ma la cultura che si insegna e si tramanda e la manifesta volontà di integrazione e rispetto che già si apprendono da bambini nel corso del ciclo di istruzione obbligatorio».
Il leader dei Popolari sostiene quindi che lo Ius Scholae costituisca uno strumento importante di inclusione delle persone ed è un «tema di cultura», ma anche di welfare fondamentale, «considerato che il nostro è un Paese a crescita zero». Del resto, continua Stea, «i cittadini chiamati a dare un parere sul tema si schierano senza dubbi a favore della riforma. Il 62% è favorevole all’idea di legare il riconoscimento della cittadinanza alla conclusione di un determinato ciclo di studi, presumibilmente alla terza media».
L’assessore chiede, infine, «la collaborazione di tutti i Popolari pugliesi e in particolare di tutti coloro che fanno riferimento all’area moderata centrista: uniti per questo importante atto di civiltà e di inclusione», conclude.
Chiorazzo: «È un atto di civiltà»
Sull’argomento interviene anche Angelo Chiorazzo, vicepresidente del Consiglio regionale lucano ed esponente di Basilicata Bene Comune, secondo il quale «l’approvazione in Parlamento della legge sullo Ius Scholae è un atto di civiltà non più rinviabile».
Per Chiorazzo, concedere «pari diritti a tutti quegli italiani di fatto ma non per la legge riallinea il quadro normativo con le trasformazioni della società italiana in corso ormai da decenni».
Non prenderne atto, prosegue, «significa penalizzare tanti minori naturalizzati italiani esposti a condizioni di vulnerabilità e discriminazione, limitare il senso di appartenenza alla propria comunità e rallentare i processi di integrazione culturale e sociale di cui il nostro paese ha fortemente bisogno».
Per il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata è necessario che tutte le forze politiche presenti nel Parlamento convergano «quanto prima» su un unico disegno di legge attraverso il quale legare l’acquisizione della cittadinanza da parte dei minori di 12 anni al completamento di un ciclo di studi.
Basilicata Casa Comune, dice ancora Chiorazzo, supporta «tali percorsi e salutiamo con favore le recenti aperture e dichiarazioni del vicepremier e presidente di Forza Italia Antonio Tajani ritenendo positive tutte quelle iniziative parlamentari finalizzate a recuperare anni di inspiegabili ritardi e correggere interventi normativi che hanno posizionato l’Italia tra quei paesi dell’Unione europea nei quali il procedimento di riconoscimento della cittadinanza è più lungo e costoso».
Chiorazzo rivolge, infine, un appello alla classe dirigente lucana di Forza Italia: «Sostenga l’iniziativa legislativa ad ogni livello politico ed istituzionale».