Una vera e propria rivoluzione tecnologica al servizio della medicina territoriale della Basilicata è attesa per i prossimi anni ed è resa possibile grazie al Pnrr.
È quanto si apprende dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, a margine di una riunione tenutasi ieri mattina che aveva lo scopo di illustrarne l’impianto organizzativo. «La Basilicata – ha dichiarato il governatore lucano – sarà la prima regione in Italia a completare il piano per la banda larga che doterà 103 Comuni lucani di una tecnologia di trasmissione dei dati integralmente in fibra. Un risultato importante che consentirà di attivare i servizi di telemedicina, innovativi per la presa in carico del paziente, soprattutto per quelli con patologie croniche. Un’organizzazione capillare che intercetta le esigenze della popolazione e sarà realizzata con i fondi del Pnrr».
Ieri è stato presentato il numero delle strutture da realizzare e destinato il plafond delle risorse, nel corso dell’incontro cui hanno partecipato, oltre all’assessore alla Salute, Rocco Leone, il presidente dell’Anci, Andrea Bernardo con il responsabile Sanità Giovanni Lettieri, il presidente dell’Upi Piero Marrese e, in collegamento da remoto Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas. Il cittadino potrà trovare una risposta adeguata all’interno delle case della comunità, luoghi fisici aperti 7/7 e H24, alle diverse esigenze sanitarie o sociosanitarie, grazie al servizio garantito da medici, infermieri e assistenti sociali. Delle 17 case della comunità previste sul territorio regionale, 11 saranno realizzate nella provincia di Potenza e 6 in quella di Matera, finanziate con oltre 25 milioni di euro.
La riforma prevede gli ospedali di comunità, dove saranno presi in carico i pazienti soprattutto cronici, permettendo così anche un miglior utilizzo delle strutture ospedaliere. In Basilicata sorgeranno cinque ospedali di comunità: tre in provincia di Potenza e due in provincia di Matera, finanziati con oltre 11 milioni di euro. La Centrale operativa territoriale, Cot, è un modello organizzativo innovativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e rete dell’emergenza-urgenza.
In Basilicata ne sono previste 6, finanziate con oltre 1 milione di euro. Completeranno il modello organizzativo l’unità di Continuità Assistenziale, ossia un’équipe mobile distrettuale per la gestione di situazioni e condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e di comprovata difficoltà operativa di presa in carico sia di singoli individui che di comunità. Figura centrale sarà poi l’infermiere di famiglia: professionista di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica ai diversi livelli di complessità in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità in cui opera, perseguendo l’integrazione interdisciplinare, sanitaria e sociale dei servizi e dei professionisti e ponendo al centro la persona. Invece i consultori si occuperanno della salute dei minori, delle donne e problematiche delle coppie e delle famiglie. Mentre il Dipartimento di prevenzione, promuoverà azioni volte a individuare e rimuovere le cause di nocività e malattia di origine ambientale, umana e animale.