Una gestione fallimentare della sanità lucana. È il riassunto del pensiero di tre consiglieri regionali di opposizione e del coordinatore regionale di Azione Basilicata sull’operato del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi e dell’assessore regionale, Francesco Fanelli. Nel mirino le scelte dei principali direttori generali che hanno comportato numerosi disservizi per la comunità del territorio.
«Che la sanità lucana versi in condizioni di profondo disagio lo dimostrano le cronache giornaliere che riferiscono di tempi di attesa biblici per ricevere esami diagnostici e visite specialistiche, di viaggi della speranza dei lucani alla ricerca di cure migliori o erogate con maggiore celerità, di ore e ore di attesa nei pronto soccorso carenti di medici e infermieri, di anziani affetti da patologie croniche ricoverati in ospedali per le lacune della medicina del territorio», ha commentato l’esponente di “Basilicata Oltre”, Giovanni Vizziello.
Per l’ex consigliere di maggioranza, oltre il danno subito dai lucani che sono costretti per curarsi a mettere mano sempre più spesso al portafogli, rivolgendosi alle strutture sanitarie private, c’è anche «la beffa dei probabili buchi dei bilanci di aziende sanitarie e ospedaliere realizzati da un management sanitario al quale il presidente Bardi ha concesso un lauto incremento di retribuzione e che si è dimostrato incapace di assicurare una gestione equilibrata del bilancio sanitario e di sfruttare le opportunità di finanziamento concesse alle regioni e quindi anche alla Basilicata dal Governo centrale».
Anche il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio, Roberto Cifarelli non ha risparmiato critiche: «Stupisce la completa mancanza di consapevolezza circa le condizioni di lavoro che vivono i lavoratori nei campi dei servizi presso l’Azienda Sanitaria Locale di Matera che, nonostante le ripetute segnalazioni fatte anche dai sindacati non hanno mai trovato il tempo da parte dell’assessore alla Sanità regionale di poter convocare un incontro». Per il dem la questione è drammatica, specie «se parliamo dei lavoratori e delle lavoratrici presi di assalto dall’utenza per prestazioni sanitarie che spesso non sono disponibili».
Il consigliere di Italia Viva, Luca Braia è in attesa di una risposta all’interrogazione presentata: «C’è una finanza aggiuntiva di 44.121.699,00 euro con cui la nostra regione passerebbe da circa 380 a quasi 1000 operatori e da 13.000 assistiti a oltre 36.000. Perdere questa opportunità per la comunità lucana si configurerebbe come un ennesimo disastro. A pagare il quale ancora una volta soprattutto le categorie sociali più fragili come anziani, malati oncologici e minori con patologie gravissime».
Per il materano non si comprendono le ragioni per cui, a distanza di oltre 2 anni dall’entrata in vigore della Legge numero 178/2020 e a quasi un anno dalla data di scadenza fissata al 4 agosto 2022 per il definitivo passaggio di tutte le Regioni al nuovo modello di erogazione delle cure domiciliari, la Regione non abbia ancora provveduto ad approvare i manuali di accreditamento e, quindi, a procedere con per individuare le strutture che possono e devono erogare i servizi di assistenza domiciliare integrata
«Sono mesi che denunciamo la crisi in cui versa la Sanità in Basilicata, nodo centrale del welfare regionale e chiave di accesso per il futuro della nostra regione. Dalle questioni finanziarie, oggetto di attenzione da parte degli ispettori del ministero, alle liste d’attesa interminabili e che stanno determinando enormi problemi ai cittadini, soprattutto quelli più fragili, la gestione della Sanità da parte di questa giunta regionale si sta dimostrando completamente fallimentare», ha ribadito Donato Pessolano, segretario regionale di Azione.
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Di Paolo Ruscitto15 Novembre 2024