«Il costo di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabili negli ultimi dieci anni è diminuito del 90%, in particolare la produzione di energia da eolico e da fotovoltaico è ormai quella a più basso costo e notevolmente più inferiore sia alla produzione di energia elettrica da gas che da carbone ed è notevolmente più inferiore dell’energia elettrica prodotta con il nucleare». Questi i numeri evidenziati da Francesco Pietrantuono, candidato del centro sinistra per la Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Basilicata.
Per Pietrantuono è fondamentale considerare questo dato per capire quanto «sia strumentale e sbagliata la posizione dei fautori del nucleare di destra e di centro il cui fine è solamente quello di tenere in piedi un sistema fossile che continua ad impoverire drammaticamente sia le famiglie che il sistema produttivo del nostro paese», ha specificato.
A detta del lucano il nucleare è così costoso perché maledettamente complesso. «I casi reali a tecnologia esistente parlano di decenni per la costruzione, di decine di miliardi di spesa a carico dei contribuenti e di un problema di scorie che rendono tale produzione non rinnovabile. Parchi eolici di pari potenza (1,6 Gw) costano almeno 5 volte di meno, senza contare il costo di smaltimento delle scorie, per le quali in Italia stiamo ancora pagando. 4 miliardi di euro negli ultimi 10 anni a carico dei cittadini. Il nucleare pulito non esiste. L’Italia è nella ricerca da protagonista ma i risultati dimostrativi non ci saranno prima del 2050. E se la ricetta è quella dei piccoli reattori, di cui non esistono ancora versioni commerciali, addirittura 7 da spalmare in giro per l’Italia, la cosa è ancora più ridicola, visto che non si risolve il problema delle scorie e moltiplica per 7 la necessità di presidi di sicurezza, è sotto gli occhi di tutti quello che accade alla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina occupata dalle truppe russe», ha rimarcato ancora il candidato.
Pietrantuono ha cosi poi sottolineato che il nucleare in tutto il mondo pesa solo 4% rispetto alla produzione totale di energia. «In Europa, disseminata di centrali, al massimo l’11%. In Italia, nonostante l’ostruzionismo del mondo fossile e dei suoi rappresentanti, le fonti rinnovabili sono arrivate al 20%, ma bloccate da anni. Se tutto ciò non fosse sufficiente, vogliamo ricordare a questi parolai inconcludenti, che la Basilicata ha già subito troppo. Ha vissuto e vive le pesanti conseguenze delle trivellazioni, degli inceneritori e della gestione delle scorie nucleari. È ormai chiaro come il modello ecologico sia anche il più economico», ha concluso.