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Federconsumatori Basilicata chiede ristori per l’energia destinati ai servizi pubblici e bonus per le fasce più deboli della popolazione

Ristori per l'energia destinati ai servizi pubblici (i trasporti, la sanità o la raccolta dei rifiuti), somme da trovare all'interno del suo bilancio e risorse economiche per aiutare con appositi bonus le fasce più deboli della popolazione. Queste le richieste di Federconsumatori Basilicata al Governo Regionale dopo la stima effettuata sul caro vita che vede,…

Ristori per l’energia destinati ai servizi pubblici (i trasporti, la sanità o la raccolta dei rifiuti), somme da trovare all’interno del suo bilancio e risorse economiche per aiutare con appositi bonus le fasce più deboli della popolazione. Queste le richieste di Federconsumatori Basilicata al Governo Regionale dopo la stima effettuata sul caro vita che vede, in media, 2.000 euro in meno per le famiglie e 1.400 euro in meno per i pensionati.

La Federconsumatori Basilicata ha calcolato quanto il caro bollette e l’aumento dei prezzi dei beni al consumo abbiano intaccato il potere di acquisto dei cittadini in Basilicata. «Nel nostro territorio ci sono molte persone che rischiano di non fare fronte a questo caro vita. Parliamo di quello che un tempo si definisce ceto medio, persone con un reddito superiore non ai 40 mila euro annui, cioè che sono troppo povere per affrontare gli aumenti e troppo ricche per accedere agli aiuti e ai sussidi messi in campo dal governo».

A detta del presidente dell’associazione lucana dei consumatori, Michele Catalano, i dati parlano chiaro: per quanto riguarda i consumatori, il potere d’acquisto è sceso di 1.440 euro per una famiglia con un imponibile di 19 mila euro annuo e di 2.553 euro per quelle che dichiarano poco più di 34 mila euro. Sul fronte dei pensionati, invece, il taglio del potere d’acquisto annuo è pari a 913 euro con un reddito di 12.447 euro e di 1.983 se l’assegno complessivo arriva a 26.350. Guardando, invece, alle singole voci tutto questo si traduce un aumento percepito del mutuo di 50 euro, degli affitti dell’8%, del pieno di carburante del 13,9%, delle bollette del 525%, per non parlare delle difficoltà a comprare latte (+12%), pane (+13), olio (+17&) e verdure (+11,5&).

«Per quanto concerne la spesa alimentare paradossalmente i consumatori si difendono dal caro vita lesinando sulla qualità e comprando prodotti con porzionatura inferiore. Un problema molto sentito, in questo momento, è riuscire ad affrontare le spese per curarsi o per l’istruzione», ha concluso il presidente Michele Catalano.

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