Il Covid presenta il conto. Più 61,5% per le procedure di fallimento delle imprese italiane, rispetto ai primi sei mesi del 2020. Maglia nera per Lombardia (1.018 procedure, +63,7% nel 2021 contro le 622 della prima metà del 2020) e Lazio (709 procedure, +89,1% nel confronto tra la prima metà del 2020 e lo stesso periodo del 2021). L’analisi emerge dallo studio dell’Osservatorio sui fallimenti, procedure e chiusure d’imprese, di Cerved.
L’aumento dei fallimenti, su base annua, riguarda tutte le regioni italiane sia pur con relative differenze. Le regioni con un numero di fallimenti superiore nella prima metà del 2021 rispetto al 2019 sono la Basilicata (+53,3%, 46 procedure contro le 18 del 2020), il Molise (+47,8% pari a 34 procedure contro le 17 del 2020) e la Sicilia (+0,5% quale differenza percentuale tra le 376 procedure del 2021 e le 232 del 2020). In tutti gli altri casi i fallimenti rimangono su livelli inferiori del pre-pandemia con Emilia Romagna (-2,2%), Calabria (-2,9%) e Lazio (4,1%) che fanno registrare i differenziali più bassi.
La scure del fallimento, nella prima metà del 2021, è calata con più forza nel settore dei servizi B2B (produttori per conto terzi o fornitori di aziende) e del B2C (aziende che hanno come riferimento i privati consumatori) registrando un +3,6% rispetto al pre-Covid. Settori dove, sempre nei primi sei mesi del 2021, aumentano le procedure nei comparti più penalizzati dalla pandemia: operatori logistici (+56,4%), manutenzione e riparazione di autoveicoli (+41,9%), alberghi (8%).
Sull’altra faccia della medaglia, il concordato preventivo che cresce oltre i livelli pre-Covid nel settore della produzione (10%), degli alimentari e bevande (+2,3%). I dati del primo semestre 2021 fanno registrare forti aumenti dei fallimenti nei servizi (+65,6%), e costruzioni (+66,4%) che mostrano impennate nelle procedure aperte tra gennaio e giugno 2021, l’industria con 569 procedure aumenta del 33,9%.
Se è vero che i fallimenti sono in netto aumento su tutto il territorio nazionale, le aree geografiche mostrano chiare differenze. Al Centro la crescita di procedure è più evidente (1.285, +64,1%), al pari del Mezzogiorno (1.436, +62,3%), che comunque registra un dato più vicino ai livelli pre-Covid (-9%) insieme al Nord-Est (-7,9%).