Elezioni regionali, Bardi sulla graticola: Basilicata contesa da Lega e Forza Italia

Chi credeva che con la candidatura di Paolo Truzzu le acque del centrodestra si sarebbero calmare, si è dovuto ricredere. Il terreno di scontro tra i partiti che compongono la coalizione di governo, infatti, si è semplicemente spostato dalla Sardegna alla Basilicata, dove ora la Lega mette in discussione la ricandidatura di Vito Bardi che invece continua a essere difeso da Forza Italia: una faida che, con ogni probabilità, dovrà essere risolta dalla premier Giorgia Meloni in persona.

Il risiko delle candidature in vista delle prossime elezioni regionali, dunque, continua ad agitare il centrodestra. Ieri si è concluso il braccio di ferro per la Sardegna con la Lega che ha rinunciato alla ricandidatura di Christian Solinas, che il giorno prima si era visto sequestrare beni per 350mila euro nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e riciclaggio, e Fratelli d’Italia che ha ottenuto la “nomination” per il sindaco cagliaritano Paolo Truzzu. Secondo il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega, la scelta di puntare su Truzzu è dettata dalla necessità di tenere compatta la coalizione: «Se un governatore ha lavorato bene può essere ricandidato, ma per me l’unità del centrodestra viene prima di logiche personali o di partito». La sensazione, in realtà, è che Salvini abbia “scaricato” Solinas all’indomani della fuga di notizie sull’indagine in cui il governatore sardo è coinvolto. Un sospetto rafforzato dal parziale silenzio di Salvini, che non ha voluto commentare quello che per molti è un caso di “giustizia a orologeria”, e dalle esternazioni del suo numero due Andrea Crippa, che ha immediatamente sottolineato la necessità di un riequilibrio delle candidature tra le forze della coalizione: «La Lega ha fatto uno sforzo importante, ora un altro partito dovrebbe fare altrettanto».

Chiaro riferimento a Forza Italia alla quale il Carroccio chiede di “cedere” la presidenza della Basilicata rinunciando alla ricandidatura di Bardi. Ad allontanare questa prospettiva, però, ci pensano i vertici berlusconiani: «Un passo indietro di Bardi? Non esiste, Bardi fa solo passi avanti – dice Paolo Barelli, capogruppo alla Camera – La cosa non è proprio in discussione, l’ha detto anche Tajani». Insomma, Forza Italia prova a resistere e a fare quadrato intorno al presidente uscente anche per non smentire il segretario nazionale, Antonio Tajani, e il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, che nei giorni scorsi hanno dato per certa la ricandidatura dell’ex vicecomandante generale della Guardia di finanza. La tensione, dunque, resta alta, nonostante il tentativo di mediazione di Francesco Paolo Sisto, senatore di Forza Italia e viceministro della Giustizia, secondo il quale saranno i leader Tajani, Salvini e Meloni a trovare una sintesi. È probabile, infatti, che, per evitare una pericolosa frattura all’interno della coalizione, debba scendere in campo la presidente del Consiglio in persona.

Nel frattempo, però, già circolano le possibili alternative a Bardi. Nel caso in cui il governatore uscente fosse “silurato”, la Lega potrebbe decidere di puntare sul senatore Pasquale Pepe, attuale sindaco di Tolve, nel Potentino. Altro nome è quello di Francesco Somma, presidente lucano di Confindustria, gradito anche ai centristi.

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