Non è ancora data la presenza di rappresentanti pugliesi o lucani all’annunciata manifestazione di giovedì prossimo a Roma. Intanto, gli agricoltori riuniti nei comitati spontanei di “Rinascimento agricolo” e di “Cra agricoltori traditi”, pur su posizioni diverse, proseguono la loro protesta dopo che nella serata di venerdì le loro ragioni hanno ottenuto la vastissima platea televisiva del Festival di Sanremo con la lettura, da parte del conduttore Amadeus, di un loro comunicato con cui hanno spiegato le ragioni della protesta «a partire dalla richiesta di modifica del Green Deal europeo» e ricordando che non chiedono «sussidi, ma solo la giusta remunerazione per i prodotti frutto del nostro lavoro».
La vetrina sanremese è stata possibile dopo che poche ore prima si era concluso un vertice a Palazzo Chigi convocato dalla presidente del consiglio, Giorgia Meloni, con i capi delle maggiori organizzazioni di settore: Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri e Fedagripesca insieme ai ministri dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, dell’economia, Giancarlo Giorgetti, e delle politiche europee e per il sud, Raffaele Fitto. Al termine dell’incontro, tra le ipotesi di intervento da parte dell’esecutivo c’è la rimodulazione dell’Irpef agricola, con l’esenzione per le fasce di reddito più basse, e un impegno per impedire che possano essere venduti prodotti coltivati e lavorati a prezzi minori rispetto a quelli sostenuti per le produzioni. Impegni che, secondo il vicepremier Matteo Salvini, «potevano essere di più».
Pur con questi risultati, i portavoce dei due movimenti spontanei hanno annunciato manifestazioni nel corso della settimana, tra cui un sit in al Circo Massimo a Roma dove sono attese giovedì prossimo, dicono gli organizzatori, «non meno di ventimila persone». Mentre le organizzazioni agricole nazionali stanno predisponendo le misure per contenere eventuali abbandoni di iscritti, visto che uno dei bersagli delle proteste, insieme alla politica agricola comunitaria messa in campo dall’Unione europea, sono proprio i sindacati di categoria. Insieme all’audizione a Palazzo Chigi, i vertici nazionali delle rappresentanze agricole stanno mobilitando i loro uffici periferici e tra questi anche le direzioni regionali di Puglia e Basilicata e i presidi provinciali.
Tra le rappresentanze che per prime hanno adottato atti concreti per impedire che la protesta possa produrre l’abbandono degli iscritti c’è Coldiretti che con una lettera del segretario generale, Vincenzo Gesmundo, inviata a tutti i presidenti e direttori d’Italia, invita a «mettere in primo piano l’orgoglio Coldiretti che ci ha visto protagonisti dal 1944. Per far questo – spiega il dirigente nazionale – serve, dopo l’incontro avuto con il Governo, riannodare il filo con la maggior parte dei soci che per responsabilità nostre e ragioni oggettive abbiamo interrotto, ricordando loro gli obiettivi che in questi anni abbiamo raggiunto».
Inoltre, Gesmundo suggerisce ai vertici periferici di non «usare l’atteggiamento di chi ha qualcosa da difendere» e soprattutto di «convocare non meno di quattro assemblee per provincia per dare impulso al dialogo con tutti i soci, spiegando loro che queste manifestazioni sono anche mirate contro Coldiretti».